giovedì 14 maggio 2015

Le lacrime dell'Artico

DaThe Oil Crash”. Traduzione di MR



Vento sulla superficie isobarica di 250 hectoPascal (approssimativamente 10 km, l'altitudine del Jet Stream), il 27 marzo del 2015 alle 15:00

di Antonio Turiel

Ho letto svogliatamente del programma di lavoro del biennio 2016-2017 dell'area del programma-quadro Orizzonte 2020 che comprende le attività marine. Il documento, ancora confidenziale (visto che ancora potrebbero verificarsi alcuni cambiamenti nel suo contenuto) contiene le linee di ricerca che la Commissione Europea vuole stimolare nei prossimi anni e che pertanto finanzierà. Il finanziamento della ricerca europea funziona così: un ampio gruppo di esperti ed alcune lobby molto potenti decidono quali sono i temi che sui quali bisogna fare ricerca, si elaborano questi programmi di lavoro e finalmente escono le convocazioni per le proposte di progetti di ricerca, che dovranno attenersi a qualcuna delle linee proposte. Il piano di lavoro è molto dettagliato e vengono fuori letteralmente centinaia di linee diverse, ma con un po' di esperienza si sa come andare direttamente a cercare quelle che interessano. Idealmente, se si hanno delle buone relazioni e si è capaci di muoversi in questi ambienti, è possibile ottenere che le proprie idee vengano riconosciute direttamente in una delle linee e così è più facile (anche se non garantito)ottenere uno di quei progetti. Io, che ho pretese e capacità più modeste, leggo semplicemente tutte le linee della bozza, cercando quelle che corrispondono al lavoro che so e che voglio fare, filtrando da queste linee che so già essere fortemente sponsorizzate e che quindi non meritano che ci perda tempo perché non ne tirerò fuori niente.



Continuo a cercare soldi per mantenere il gruppo di ricerca. Abbiamo fatto un buon lavoro negli ultimi anni e la nostra progressione ora è molto buona, ma proprio nel nostro momento migliore non raccolgo altro che fallimenti. Potrò ancora guadagnare un anno, forse due, ma l'orologio va avanti e, come dice un amico, “non bisogna aspettare di avere sete per fare un pozzo”. Quindi seguo le convocazioni e sto pensando a nuovi progetti.

Stavo facendo questo quando all'improvviso sono giunto ad una sezione che mi interessava. “Rafforzare la capacità europea di osservazione, raccolta di dati e monitoraggio dell'oceano”. Bene, questa è la mia, mi sono detto, ed ho cominciato a leggere.

La metà delle linee di ricerca proposte dall'Unione Europea nel 2016-2017 in quest'area si riferiscono all'Artico (l'altra metà al Mediterraneo e alle piccole imprese). E li si diceva chiaramente: il Cambiamento Climatico è particolarmente intenso nell'Artico, le gravi alterazioni nell'Artico stanno portando a cambiamenti degli schemi meteorologici nell'Emisfero Nord, bisogna migliorare la previsione meteorologica e climatica tenendo conto di quei cambiamenti, bisogna incorporare questi cambiamenti per gestire meglio i rischi associati (cita esplicitamente inondazioni, siccità eventi estremi...).

Mentre un piccolo gruppetto di troll a pagamento continuano ad aggirarsi intorno a questo blog, come intorno ad altri, aspettando di lanciarsi in picchiata su qualsiasi post che odori di cambiamento climatico, cercando di discreditare gli argomenti che si propongono con argomenti parziali, tergiversazioni maleducatissime ed un buon numero di ad hominem, la Commissione Europea ha già chiaro che si stanno verificando grandi cambiamenti nell'Artico e che questi cambiamenti stanno destabilizzando il clima dell'Emisfero Nord con gravi conseguenze. Non solo questo, ma gli stanno dando un'attenzione preferenziale fra le linee sulle quali vogliono che si faccia ricerca.

Non dobbiamo confonderci sul ruolo della Unione Europea e della Commissione Europea a questo proposito. Gli interessi incrociati e gli intrallazzi (lobby) sono intensi in queste discussioni, così come l'ipocrisia e la doppia morale. Tuttavia, il problema Artico (come si comincia già ad accorgersi) comincia ad essere talmente evidente che risulta sempre più difficile non tanto dissimularlo, ma persino non cominciare ad intervenire sulla questione in quanto i danni già causati e quelli prevedibili possono trasformarsi in un conto difficile da gestire. E nonostante questo, la pressione politica su questi temi è estrema. Così, le risoluzioni che sta prendendo la Commissione Europea in relazione al Cambiamento Climatico (e che sono sempre di più) sono filtrate con tanta intensità che dietro alla sordina mediatica si sente appena un rumore, sempre che si arrivi a sentire qualcosa.

Il problema Artico. Cos'è il problema Artico? Essenzialmente, che gli effetti del cambiamento climatico stanno avendo un'ampiezza molto maggiore nell'Artico che in altre zone del pianeta, per ragioni che sono ben conosciute da tempo. Anno dopo anno si accumulano i dati che ci mostrano il problema Artico in tutta la sua crudezza, mentre la maggior parte dei media guardano dall'altra parte e i pochi che parlano di questo non contestualizzano il problema e non gli danno la rilevanza che ha, e allo stesso tempo pubblicano editoriali infetti scritti da tipi il cui unico merito rilevante sono i colori con cui si presentano i costumi della loro religione.

Quest'anno abbiamo avuto vari segnali preoccupanti del problema Artico. Per esempio, all'inizio di marzo si sono registrati valori anomali di temperatura nell'Artico, che hanno superato di 20°C la temperatura media degli ultimi decenni, un'anomalia di una grandezza enorme. Questo tipo di anomalie mostruose erano inedite qualche decennio fa ma, disgraziatamente, si stanno facendo sempre più frequenti.




Tenendo conto dell'evoluzione del volume del ghiaccio nell'Artico negli ultimi anni e di queste forti anomalie di temperatura, non sorprende che quest'anno il momento di copertura di ghiaccio massima annuale (proprio nel giorno in cui comincia la primavera settentrionale, il 21 marzo, e in cui esce il Sole al Polo), l'area coperta dal ghiaccio era inferiore a quella di qualsiasi anno precedente. C'è sempre meno ghiaccio, sempre più sottile, e se ne riforma di meno durante la stagione fredda.



Alcuni lavori scientifici mostrano che c'è un collegamento fra il disgelo artico e l'indebolimento della corrente a getto polare (Jet Stream). Questo indebolimento (del quale abbiamo parlato qui) sarebbe il responsabile del comportamento meteorologico sempre più strano su entrambe le sponde dell'Atlantico. Così, sulla costa est degli Stati uniti ci sono temperature di 10°C inferiori alle medie storiche, mentre sulla costa Ovest le temperature sono di quasi 10°C superiori:


Estratto proveniente dal Centro Dati Nazionale sul Clima del NOAA, http://www.ncdc.noaa.gov/ 

(il tipico argomento negazionista per aggirare questo fatto sarebbe quello di fare la media delle temperature in tutto il paese e cominciare ad argomentare che la temperatura media degli Stati Uniti non presenta alcuna anomalia). La siccità in California imperversa e l'agognato  El Niño – che porterebbe forti piogge in questi luoghi – alla fine non è arrivato, mettendo in pericolo un terzo della produzione di verdure ed ortaggi degli Stati Uniti. Nell'Atlantico Meridionale, una combinazione di scarse precipitazioni e cattiva gestione ha lasciato la megalopoli di Sao Paolo in una situazione di crisi idrica senza precedenti. In Europa, gli schemi di piogge e temporali rientrano ancora in una relativa normalità in quanto alla loro frequenza marginale, ma sempre meno se si tiene conto di una scala sinottica, e il pericolo latente di un anno senza estate persiste. Il 2015 sarà un anno senza estate in Europa? Sicuramente no se prendiamo l'Europa complessivamente, ma in determinate zone dell'Europa potrebbe essere così.

E nonostante le prove che si accumulano, continuiamo a discutere se è zuppa o pan bagnato.

Dopo questo post, gli stessi di sempre torneranno nel forum di questo blog a tirar fuori gli stessi argomenti di sempre in discussioni che saranno identiche a quelle precedenti. Sbandiereranno l'inopportunità o l'esagerazione delle mie affermazioni e se un numero sufficiente di commentatori gli darà contro, diranno che se ne andranno per sempre ma poi torneranno, difendendo la loro posizione, che è come dire difendendo il loro padrone. Ma quando usciranno in strada, sul loro volto come sul mio, cadranno le lacrime dell'Artico.

Antonio Turiel
Marzo 2015.