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sabato 29 marzo 2014

Il grafico più importante del mondo

Da “Zero Hedge”. Traduzione di MR.

Di Tyler Durden

Avendo discusso i collegamenti fra crescita economica e limiti delle risorse energetiche e con gli attuali fuochi d'artificio geopolitici in gran parte per l'energia (costo, fornitura e domanda) piuttosto che per i diritti umani, sembrerebbe che il grafico seguente potrebbe ben diventare l'indicatore più importante delle tensioni future...

Fonte: Goldman Sachs

Non è la prima volta che parliamo di "autosufficienza" -  nientemeno che Bridgewater's Ray Dalio, ha osservato, in un contesto leggermente diverso:

l'autosufficienza incoraggia la produttività legando la capacità di spesa con la necessità di produrre”, 

Le società in cui gli individui sono più responsabili per sé stessi crescono di più di quelle in cui sono meno responsabili per sé stessi”. L'indicatore a fattore nove dell'autosufficienza fornisce alcuni spunti interessanti su quelle nazioni che è più probabile che sperimentino una crescita sopra la media che prosegue e quelle che non lo faranno, come i paesi europei, cioè Italia, Francia, Spagna e Belgio, tutti posizionati molto in basso nella classifica dell'autosufficienza. 


La capacità di sopravvivere senza scambio o aiuto da parte di altre nazioni, per esempio, non è la stessa cosa raccogliere enormi profitti o far crescere la propria economia senza scambi con altre nazioni. In altre parole, “l'autosufficienza” in termini di sopravvivenza non implica necessariamente la prosperità, ma implica libertà di azione senza dipendenza dall'approvazione, il capitale, le risorse e la competenza stranieri.

La libertà di azione fornita dall'indipendenza/autarchia implica anche una riduzione centrale della vulnerabilità al controllo straniero del costo e/o della disponibilità di beni essenziali come cibo ed energia, e il potere risultante dei fornitori di ricattare o influenzare le priorità nazionali e le politiche. 
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Considerate il petrolio/combustibili fossili come esempio. Le nazioni benedette da grandi riserve di combustibili fossili sono autosufficienti in termini di consumo interno, ma il valore delle loro risorse sul mercato internazionale porta generalmente alla dipendenza dall'esportazione di petrolio/gas per finanziare il governo, le élite politiche e il welfare generale. Questa dipendenza dai proventi derivati dall'esportazione di petrolio/gas porta a ciò che è conosciuta come la maledizione delle risorse. Il resto delle economie delle nazioni esportatrici di petrolio appassisce in quanto il capitale e il favoritismo politico si concentrano sui proventi dell'esportazione di petrolio e questa distorsione dell'ordine politico porta a clientelismo, corruzione e cattiva distribuzione della ricchezza nazionale su una scala così vasta che le nazioni che soffrono di abbondanza di risorse commerciabili spesso declinano nella povertà e nell'instabilità. 

L'altra strada per l'autarchia è quella di selezionare e finanziare politiche progettate per aumentare direttamente l'autosufficienza. Un esempio potrebbe essere il perseguimento da parte della Germania dell'energia alternativa attraverso delle politiche di stato come i sussidi. 

Che quell'autarchia guidata dalla politica richieda compromessi è evidente nel relativo successo della Germania nell'aumentare la produzione di energia alternativa; i sussidi che hanno incentivato la produzione di energia alternativa ora vengono visti come più costosi dei presunti guadagni in autosufficienza, in quanto la generazione da combustibili fossili è ancora necessaria come riserva per la fluttuante produzione di energia alternativa. 

Anche se la dipendenza dall'energia straniera è stata diminuita, la Germania rimane completamente dipendente dai suoi fornitori stranieri di energia e siccome i costi di quell'energia aumentano, la posizione della Germania come potenza industriale competitiva è minacciata: la produzione industriali si sta spostando dalla Germania verso zone con minori costi energetici, compresi gli Stati Uniti

L'aumento della produzione interna di energia è stata pensata per ridurre la vulnerabilità implicita nella dipendenza da fornitori energetici stranieri, tuttavia l'aumento della produzione interna di energia non ha ancora raggiunto la soglia critica in cui la vulnerabilità agli shock dei prezzi si sia ridotta in maniera significativa. 
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La capacità dell'America di proiettare potenza e mantenere la propria libertà di azione presuppone sia una rete di alleanze diplomatiche, militari ed economiche, sia rapporti di scambio che hanno alimentato (non per coincidenza) i profitti senza precedenti delle multinazionali americane.

Il passato recente ha creato un assunto secondo il quale gli Stati Uniti possono soltanto prosperare se importano petrolio, beni e servizi su grande scala.