sabato 2 luglio 2016

Una spiegazione grado per grado di cosa succederà quando la Terra si riscalda





Da “Global warming, our future”. Traduzione di MR (via Bodhi Paul Chefurka)

Anche se le emissioni di gas serra si fermassero nottetempo, le concentrazioni già in atmosfera significherebbero ancora un aumento fra 0,1 e 1°C. Uno spostamento di un solo grado è a malapena percettibile per la pelle umana, ma non è della pelle umana che stiamo parlando. Parliamo del pianeta; ed un aumento medio di un grado su tutta la sua superficie significa cambiamenti enormi degli estremi climatici. 

Seimila anni fa, quando il mondo era di un grado più caldo di adesso, il centro agricolo americano intorno al Nebraska era deserto. Ha subito una breve ripresa durante gli anni del dustbowl, negli anni '30 del 900, quando il suolo superficiale è stato spazzato via e centinaia di migliaia di rifugiati si sono trascinati in mezzo alla polvere verso un'accoglienza incerta verso ovest. L'effetto di un grado di riscaldamento, pertanto, non richiede grande immaginazione. 

“Gli Stati Uniti occidentali soffrono di nuovo di siccità perenni, di gran lunga peggiori di quelle degli anni 30 del 900. I deserti riappariranno, specialmente in Nebraska, ma anche nel Montana orientale, in Wyoming ed Arizona, Texas settentrionale ed Oklahoma. Man mano che le tempeste di sabbia trasformano il giorno in notte per migliaia di miglia di ex prateria, cascine, strade e persino intere città verranno inghiottite dalla sabbia”. 
Ciò che è negativo per l'America sarà peggio per i paesi più poveri vicino all'equatore. E' stato calcolato che un grado di aumento eliminerebbe l'acqua dolce da un terzo della superficie terrestre del mondo entro il 2100. Ancora una volta abbiamo visto cosa significa questo. C'è stato un incidente nell'estate del 2005: un affluente si è abbassato così tanto di livello che miglia e miglia di letto del fiume scoperto si è seccato trasformandosi in dune di sabbia, con i venti prontamente sollevavano dense tempeste di sabbia. Quando gli abitanti disperati si sono affacciati sul fango bollente al posto dell'acqua che scorreva, è stato mobilitato l'esercito per trasportare preziosa acqua potabile fino al fiume – con l'elicottero, visto che gran parte del fiume era troppo basso per essere navigabile. Il fiume in questione non era un fiume piccolo, un insignificante ruscelletto nel Sussex, era il Rio delle Amazzoni. 

Mentre le terre tropicali vacillano sul baratro, l'Artico potrebbe aver già superato il punto di non ritorno. Il riscaldamento vicino al polo è molto più rapido della media globale, col risultato che le calotte glaciali polari ed i ghiacciai hanno perso 400 km cubici di ghiaccio in 40 anni. Il permafrost – terreno che è rimasto congelato per migliaia di anni – si sta dissolvendo in fango e laghi, destabilizzando intere aree man mano che il terreno collassa sotto gli edifici, le strade e le condutture. Mentre gli orsi polari e gli Inuits vengono spinti verso l'estremo nord del pianeta, le previsioni precedenti cominciano a sembrare ottimistiche. La fusione anticipate della neve significa che più calore estivo va a finire nell'aria e nella terra piuttosto che nel fondere neve, aumentando le temperature in una retroazione positiva. Arbusti e foreste più scure sulla tundra un tempo brulla significano che ancora più calore viene assorbito dalla vegetazione. 

In mare aperto il ritmo è persino maggiore. Mentre il ghiaccio ricoperto da neve riflette più del 80% del calore solare, l'oceano più scuro assorbe fino al 95% della radiazione solare. Una volta che il ghiaccio marino comincia a fondere, in altre parole, il processo diventa auto-alimentato. Viene aperta una maggior superficie dell'oceano, che assorbe più calore, aumentando le temperature e rendendo più improbabile che il ghiaccio si riformi l'inverno successivo. La scomparsa di 720.000 kmq di ghiaccio presunto permanente in un solo anno testimonia la rapidità del cambiamento planetario. Se vi siete mai chiesti come sarà quando la Terra supera un punto di svolta, assaporate il momento. 

Anche le montagne stanno cominciando a sfaldarsi. Nelle Alpi, gran parte del terreno al di sopra dei 3000 metri è stabilizzato dal permafrost. Nell'estate del 2003, tuttavia, la zona di fusione è salita fino a 4600 metri, più in alto della vetta del Cervino e quasi come il Monte Bianco. Con il collante di millenni che si scioglie, le rocce si sono staccate e sono morti 50 alpinisti. Man mano che le temperature continuano ad andare verso l'alto, non saranno solo gli alpinisti a scappare. Intere città e paesi saranno a rischio. Alcune città, come Pontresina, nella Svizzera orientale, hanno già cominciato a costruire argini contro le frane. 

Dalla parte opposta della scala, i paesi che si trovano nei bassi atolli, come le Maldive, si prepareranno all'estinzione, man mano che i livelli del mare aumentano e le coste – in particolare Stati Uniti orientali, Golfo del Messico, isole dei Caraibi e del Pacifico e la Baia del Bengala – saranno colpite da uragani sempre più forti man mano che l'acqua si scalda. L'uragano Katrina, che ha colpito New Orleans con l'impatto combinato di terremoto ed inondazione, è stato un precursore da incubo di ciò che ha in serbo il futuro. 

La cosa che ha colpito più di tutte è stata vedere come le persone si comportavano una volta che l'apparenza della civiltà è stata strappata. La maggior parte delle vittime erano povere e nere, lasciate a sé stesse quando la polizia si è unita al saccheggio o ha abbandonato l'area. A quattro giorni dall'inizio della crisi i sopravvissuti erano ammassati nel superdome, vivendo vicino a bagni intasati e corpi in decomposizione, mentre bande di ragazzi con le pistole si impadronivano dei soli cibo ed acqua disponibili. Forse la scena più memorabile è stata quella di un unico elicottero militare che atterrava solo per qualche minuto, con l'equipaggio che gettava pacchi alimentari e bottiglie d'acqua per terra prima di decollare di nuovo e di fretta come se scappassero da una zona di guerra. In scene più da accampamento di rifugiati del Terzo Mondo che da centro urbano americano, i ragazzi lottavano per l'acqua mentre le donne incinte e gli anziani rimanevano senza niente. Non biasimateli per questo comportamento, ho pensato. E' quello che succede quando le persone sono disperate. 


Possibilità di evitare 1°C di riscaldamento: zero. 

Fra 1°C e 2°C di riscaldamento

A questo livello, atteso entro 40 anni, l'estate calda europea del 2003 sarebbe la normalità annuale. Qualsiasi cosa che possa essere chiamata ondata di calore da quel punto in avanti sarà di intensità sahariana. Anche in anni medi, le persone moriranno di stress da calore. 

I primi sintomi potrebbero essere leggeri. Una persona avrà una leggera nausea, avrà un po' di vertigini e sarà un po' irritabile. Non è necessario che sia un'emergenza: un'ora, più o meno, in un'area più fresca, sorseggiando acqua, la curerà. Ma a Parigi, nell'agosto del 2003, non c'erano aree più fresche, specialmente per le persone anziane. 

Una volta che la temperatura del corpo raggiunge i 41°C il suo sistema termoregolatore comeincia a crollare. La sudorazione cessa e la respirazione diventa poco profonda e rapida. Il battito accelera e la vittima potrebbe cadere in coma. A meno che non si prendano misure drastiche per ridurre la temperatura interna del corpo, al cervello arriva poco ossigeno e gli organi vitali cominciano a venir meno. La morte arriverà solo in pochi minuti a meno che i servizi di emergenza possano rapidamente portare la vittima in terapia intensiva.  

Questi servizi di emergenza non sono riusciti a salvare più di 10.000 francesi nell'estate del 2003. Le camere mortuarie avevano finito lo spazio men mano che centinaia di salme venivano portate ogni notte. In Europa, complessivamente, si pensa che l'ondata di calore sia costata fra 22.000 e 35.000 vite. Anche l'agricoltura è stata devastata. Gli agricoltori hanno perso 12 miliardi di dollari in raccolti e il solo Portogallo ha subito 12 miliardi di dollari di danno a causa degli incendi forestali. I flussi del fiume Po in Italia, del Reno in Germania e della Loira in Francia si sono tutti ridotti ai loro minimi storici. Le chiatte si arenavano e non c'era acqua sufficiente per l'irrigazione e l'energia idroelettrica. I tassi di fusione nelle Alpi, dove alcuni ghiacciai hanno perso il 10% della loro massa, non erano soltanto da record, hanno raddoppiato il precedente record del 1998. Secondo l'Hadley Centre, più di metà delle estati europee dal 2040 saranno più calde di questa. Le estati estreme chiederanno un pegno molto più pesante alla vita umana, col conte delle vittime che è probabile che raggiunga le centinaia di migliaia. Le colture verranno cotte nei campi e le foreste moriranno e bruceranno. Anche così, gli effetti a breve termine potrebbero non essere i peggiori: 

Dalle foreste di faggio dell'Europa settentrionale alle querce sempreverdi del Mediterraneo, la crescita delle piante su tutta la superficie terrestre nel 2003 ha rallentato per poi arrestarsi. Al posto di assorbire biossido di carbonio, le piante stressate hanno cominciato ad emetterlo. Circa mezzo miliardo di tonnellate di carbonio sono state aggiunte all'atmosfera dalle piante europee, l'equivalente di un dodicesimo delle emissioni globali da parte dei combustibili fossili. Questa è una retroazione positiva di importanza cruciale, perché suggerisce che, man mano che la temperatura aumenta, le emissioni di carbonio da parte delle foreste e dei suoli crescono a loro volta. Se queste emissioni da parte della terra sono sostenute per lunghi periodi, il riscaldamento globale potrebbe andare fuori controllo. 

Nel mondo a 2°C nessuno penserà di fare vacanze nel mediterraneo. Il movimento di persone dal nord Europa al mediterraneo è probabile che si inverta, passando alla fine ad una fuga di massa man mano che le ondate di calore sahariane imperverseranno sul Mediterraneo. Le persone ovunque ci penseranno due volte prima di trasferirsi verso la costa. Quando le temperature sono state per l'ultima volta fra 1 e 2°C più alte di adesso, 125.000 anni fa, i livelli del mare erano a loro volta di cinque o sei metri più alti. Tutta questa acqua “perduta” è nel ghiaccio polare che ora sta fondendo. Chi fa previsioni prevede che il “punto di svolta” della Groenlandia non arriverà finché le temperature medie non siano aumentate di 2,7°C. L'intoppo è che la Groenlandia si sta riscaldando molto più rapidamente del resto del mondo – 2,2 volte la media globale. “Dividete una cifra per l'altra”, dice Lynas, “e il risultato dovrebbe far suonare il campanello d'allarme in tutto il mondo”. La Groenlandia entrerà in una fusione irreversibile una volta che le temperature globali aumentano oltre gli 1,2°C. Il successivo aumento del livello del mare sarà di gran lunga di più del mezzo metro previsto dal IPCC per la fine del secolo. Gli scienziati sottolineano che i livelli del mare alla fine dell'ultima era glaciale si alzavano di un metro ogni 20 anni per quattro secoli e che il ghiaccio della Groenlandia, nelle parole di un glaciologo, ora si sta assottigliando in modo pazzesco e scorre molto più rapidamente di quanto dovrebbe. Il suo più grande ghiacciaio in deflusso, il Jakobshavn Isbrae, si è assottigliato di 15 metri ogni anno dal 1997 e la sua velocità di deflusso è raddoppiata. Di questo passo, l'intera calotta glaciale della Groenlandia svanirebbe entro 140 anni. Miami scomparirebbe, come gran parte di Manhattan. Il centro di Londra verrebbe allagato. Bangkok, Bombay e Shanghai perderebbero gran parte delle loro aree. In tutto, metà dell'umanità dovrebbe spostarsi verso terre più alte. 

Non solo le comunità costiere soffriranno. Man mano che le montagne perdono i loro ghiacciai, le persone perderanno le loro forniture idriche. L'intero subcontinente indiano lotterà per la sopravvivenza. Man mano che i ghiacciai scompaiono ovunque tranne che sulle vette più alte, il loro deflusso smetterà di alimentare i grandi fiumi che portano acqua dolce vitale a centinaia di milioni di persone. Le scarsità d'acqua e la carestia ne saranno il risultato, destabilizzando l'intera regione. E stavolta l'epicentro del disastro non sarà l'India, il nepal o il Bangladesh, ma la potenza nucleare Pakistan. 

Ovunque, gli ecosistemi si disfaranno man mano che le specie o migreranno o perderanno sincornia fra di loro. Quando le temperature globali raggiungono i 2°C di riscaldamento nel 2050, più di un terzo di tutte le specie viventi saranno prossime all'estinzione. 

Possibilità di evitare i 2°C di riscaldamento globale: 93%, ma solo se le emissioni di gas serra vengono ridotte del 60% nei prossimi 10 anni. 

Fra 2°C e 3°C di riscaldamento

Fino a questo punto, ipotizzando che i governi abbiano pianificato con cura e i gli agricoltori si sia convertiti a colture più appropriate, non troppe persone al di fuori dell'Africa subtropicale deve necessariamente avere fame. Oltre i 2°C, tuttavia, impedire la fame di massa sarà facile come fermare i cicli della Luna. Prima milioni, poi miliardi di persone dovranno affrontare una battaglia sempre più dura per sopravvivere. 

Per trovare un qualcosa di confrontabile, siamo risaliti al Pliocene – l'ultima epoca del periodo terziario, 3 milioni di anni fa. Non c'erano ghiacciai continentali nell'emisfero settentrionale (nell'Artico crescevano gli alberi) ed i livelli del mare erano 25 metri più alti di oggi. In questo tipo di calore, la morte dell'Amazzonia è inevitabile così come la fusione della Groenlandia. L'articolo che lo enuncia è lo stesso il cui messaggio apocalittico aveva scioccato così tanto nel 2000. Gli scienziati del Hadley Centre temevano che i primi modelli climatici, che mostravano il riscaldamento globale come una progressione diretta e lineare, fossero troppo semplicistici nelle loro ipotesi secondo le quali la terra e l'oceano sarebbero rimasti inerti man mano che le loro temperature sarebbero aumentate. Giustamente, come sarebbe risultato, avevano previsto retroazioni positive. 

I mari più caldi assorbono meno biossido di carbonio, lasciandone accumulare di più nell'atmosfera ed intensificando il riscaldamento globale. Sulla terraferma le cose sarebbero anche peggiori. Nel suolo sono immagazzinate enormi quantità di carbonio, i resti parzialmente decomposti della vegetazione morta. La stima generalmente accettata è che i bacini di carbonio nel suolo contengano circa 1.600 gigatonnellate, più del doppio dell'intero contenuto di carbonio dell'atmosfera. Man mano che i suoli si scaldano, i batteri accelerano la decomposizione di questo carbonio immagazzinato, rilasciandolo nell'atmosfera. 

La fine del mondo è vicina. Un aumento di 3°C della temperatura globale – possibile entro il 2050 – manderebbe il ciclo del carbonio al contrario. Al posto di assorbire biossido di carbonio, la vegetazione e i suoli cominciano a rilasciarlo. Nell'atmosfera si riversa una quantità tale di carbonio da pompare le concentrazioni atmosferiche di 250 ppm per il 2100, accentuando il riscaldamento globale di altri 1,5°C. In altre parole, la squadra del Hadley Centre aveva scoperto che le retroazione del ciclo del carbonio potevano spingere il pianeta in un riscaldamento globale fuori controllo per la metà del secolo – molto prima di quanto chiunque si fosse aspettato. 

La conferma è giunta dalla terra stessa. I modelli climatici vengono testati di routine paragonandoli ai dati storici. In questo caso, gli scienziati hanno controllato 25 anni di campioni di suolo da 6.000 siti in tutto il Regno Unito. Il risultato è stato un altro brutto scherzo. Man mano che le temperature sono gradualmente aumentate, gli scienziati hanno scoperto che enormi quantità di carbonio erano state rilasciate naturalmente dai suoli. Hanno messo tutto insieme ed hanno scoperto – ironia delle ironie – che i 13 milioni di tonnellate di carbonio che stavano emettendo annualmente i suoli britannici erano sufficienti per spazzare via tutti gli sforzi del paese di ottemperare al protocollo di Kyoto”. Tutti i suoli verranno colpiti dall'aumento del calore, ma nessuno così negativamente come quello dell'Amazzonia. “catastrofe” è una parola quasi troppo piccola per la perdita della foresta pluviale. I suoi 7 milioni di kmq producono il 10% della produzione fotosintetica totale delle piante. Siccità e calore la faranno a pezzi; il fuoco la finirà. In termini umani, l'effetto sul pianeta sarà come togliere l'ossigeno durante un attacco d'asma. 

Negli Stati Uniti ed in Australia, le persone malediranno i governi negazionisti del clima di Bush ed Howard. Non importa cosa potrebbero fare le amministrazioni successive, non sarà abbastanza per mantenere basso il mercurio. Con nuovi “super uragani” che crescono dal mare che si scalda, Houston potrebbe essere distrutta entro il 2045 e l'Australia sarà una trappola mortale. “L'agricoltura e la produzione di cibo entreranno in un declino irreversibile. L'acqua salata si insinuerà nel fiumi devastati, avvelenando l'acqua di falda. Temperature più alte significano evaporazione maggiore, seccando ulteriormente vegetazione e suoli e causando enormi perdite dai bacini. Nelle capitali degli stati, è probabile che il calore uccida fra le 8.000 e le 15.000 persone ogni anno, principalmente anziani. 

E' fin troppo facile visualizzare cosa accadrà in Africa. Anche in America centrale, decine di milioni di persone avranno poco da mettere sulle loro tavole. Lì anche una siccità moderata nel 2001 ha significato che centinaia di migliaia di persone si sono dovute affidare agli aiuti alimentari. Questa non sarà un'opzione quando le forniture mondiali verranno sollecitate fino al punto di rottura (i rendimenti dei cereali declinano del 10% per ogni grado di calore al di sopra dei 30°C e a 40°C sono pari a zero). Nessuno dovrà guardare agli Stati Uniti, che avranno i loro problemi. Man mano che le montagne perdono la neve, le città e le fattorie ad ovest perderanno l'acqua e le foreste disseccate e le praterie periranno alla prima scintilla. 

Nel frattempo il subcontinente indiano soffocherà nella polvere. Tutta la storia umana mostra che, data la scelta fra morire di fame in situ e spostarsi, le persone si spostano. Nella seconda parte del secolo, decine di milioni di cittadini pakistani potrebbero avere di fronte questa scelta. Il Pakistan potrebbe trovarsi ad aggiungersi all'elenco degli stati falliti, man mano che l'amministrazione civile collassa e le gang armate si accaparrano quel poco cibo che rimane.  

Mentre la terra brucia il mare continuerà ad salire di livello. Persino secondo il calcolo più ottimistico, l'80% del ghiaccio marino artico a questo punto se ne sarebbe andato e il resto lo farà presto. New York si allagherà; la catastrofe che ha colpito l'Inghilterra orientale nel 1953 diventerà un evento regolare insignificante e la mappa dell'Olanda verrà fatta a pezzi dal mare del Nord. Ovunque, gente affamata si sposterà – dall'America Centrale verso il Messico e gli Stati Uniti e dall'Africa  verso l'Europa, dove i rinascenti partiti fascisti guadagneranno voti promettendo di tenerla fuori. 

Possibilità di evitare i 3°C di riscaldamento globale: poche se l'aumento raggiunge i 2°C ed innesca retroazioni del ciclo del carbonio dai suoli e dalle piante. 

Fra 3°C e 4°C di riscaldamento

Il flusso di rifugiati ora comprenderà quelli che scappano dalle coste verso il più sicuro entroterra – milioni alla volta quando le tempeste colpiscono. Dove persistono, le città costiere diventeranno isole fortificate. L'economia mondiale, a sua volta, sarà logora. Man mano che le perdite dirette, l'instabilità sociale e il pagamento delle assicurazioni ricadano a cascata sul sistema, i fondi per sostenere le persone sfollate saranno sempre più scarse. I livelli del mare staranno crescendo rapidamente – in questa gamma di temperatura, è certo che entrambi i poli fondano, causando un aumento finale di 50 metri. “Non sto suggerendo che sarebbe istantaneo. Infatti ci vorranno secoli e probabilmente millenni per fondere tutto il ghiaccio dell'Antartide. Ma questo potrebbe produrre aumenti del livello del mare di un metro ogni 20 anni circa – ben oltre la nostra capacità di adattamento. Oxford si troverebbe su una delle molte linee costiere in un Regno Unito ridotto ad un arcipelago di piccole isole. 

In modo più immediato, la Cina è in rotta di collisione col pianeta. Entro il 2030, se il suo popolo consuma allo stesso tasso degli americani, mangerà i due terzi dell'intero raccolto globale e brucerà 100 milioni di barili di petrolio al giorno, o il 125% dell'attuale produzione mondiale. Questa prospettiva da sola contiene tutti gli ingredienti della catastrofe. Ma è anche peggio: “Entro il secondo terzo del XXI secolo, se le temperature globali sono di più di 3°C più alte di adesso, la produzione agricola della Cina collasserà. Affronterà l'impresa di alimentare 1,5 miliardi di persone molto più ricche – 200 milioni in più di oggi – con due terzi delle attuali disponibilità”. Per le persone di gran parte del mondo, la fame sarà una minaccia normale. Ma non sarà la sola. 

L'estate diventerà ancora più lunga, visto che le temperature in aumento riducono le foreste in legna secca e le città in obitori bollenti. Le temperature nelle Home Counties potrebbero raggiungere i 45°C – il tipo di clima che c'è oggi a Marrakech. Le siccità porrà il sudest dell'Inghilterra nell'elenco globale delle aree con scarsità d'acqua, con gli agricoltori che competono con le città per le forniture in diminuzione da parte di fiumi e bacini. 

L'aria condizionata sarà obbligatoria per chiunque voglia mantenersi fresco. Ciò a sua volta metterà ancora più sotto stress i sistemi energetici, che potrebbero riversare più gas serra nell'aria se le centrali a carbone e a gas dovessero aumentare la loro produzione, le fonti idroelettriche diminuire e le rinnovabili non riuscissero a riempire il vuoto. L'abbandono del mediterraneo spedirà sempre più  persone verso nord alle “isole sovraffollate di rifugiati nel Baltico, in Scandinavia e le Isole Britanniche. 
La Gran Bretagna avrà i suoi problemi. Man mano che le pianure alluvionali vengono inondate più regolarmente, un ritiro generale dalle aree ad alto rischio è probabile. Milioni di persone perderanno i loro investimenti di una vita in case che diventeranno non assicurabili e quindi invendibili. Si pensa che il corridoio del Lancashire/Humber sia tra le regioni più colpite, come lo sono la valle del Tamigi, il Devon orientale e le città intorno all'estuario del Severn già a rischio di inondazione come Monmouth e Bristol. L'intera costa inglese dall'Isola di Wight a Middlesbrough è classificata come a rischio “molto alto” o “estremo”, come lo è la Baia di Cardigan nel suo complesso in Galles.  

Una delle retroazioni più pericolose ora entrerà in azione – la fusione fuori controllo del permafrost. Gli scienziati credono che almeno 500 miliardi di tonnellate di carbonio stiano aspettando dei essere rilasciate dal ghiaccio dell'Artico, anche se nessuno ha messo ancora su cosa questo aggiungerà al riscaldamento globale. Un grado? Due? Tre? Gli indicatori sono sinistri. 

Coma col collasso dell'Amazzonia e la retroazione del ciclo del carbonio nel mondo dei 3°C, stabilizzare le temperature globali a 4°C al di sopra degli attuali livelli potrebbe non essere possibile. Se raggiungiamo i 3°C, pertanto, ciò porta inesorabilmente a 4°C? Che porta inesorabilmente a 5°C? 

Possibilità di evitare 4°C di riscaldamento globale: poche se l'aumento raggiunge i 3°C ed innesca una fusione fuori controllo del permafrost.  

Fra 4°C e 5°C di riscaldamento

Stiamo ora guardando un pianeta del tutto diverso. Le calotte glaciali sono svanite da entrambi i poli; le foreste pluviali sono bruciate e si sono trasformate in deserti; le Alpi secche a senza vita somigliano all'Atlante; i mari che si alzano ripulendo in profondità l'interno dei continenti. Una tentazione sarebbe quella di spostare le popolazioni dalle aree secche a quelle di recente fusione nell'estremo nord, in Canada e Siberia. Anche qui però, le estati potrebbero essere troppo calde per le colture da coltivare lontano dalle coste e non c'è alcuna garanzia che i governi del nord faranno entrare i rifugiati del sud. Lynas il sospetto di James Lovelock che la Siberia e il Canada sarebbero invasi dalla Cina e dagli Stati Uniti, entrambi mettendo un altro chiodo sulla bara dell'umanità. Qualsiasi conflitto armato, in particolare quelli che comportano l'uso di armi nucleari, aumenterebbero naturalmente l'area della superficie del pianeta inabitabile per gli esseri umani. 

Quando le temperature erano a livelli simili 55 milioni di anni fa, a seguito di un'esplosione molto improvvisa del riscaldamento globale dell'inizio dell'Eocene, gli alligatori ed altre specie subtropicali vivevano nell'Artico. Cosa aveva causato questo capovolgimento climatico? I sospetti sono puntati sugli idrati di metano - “una combinazione simile al ghiaccio di metano ed acqua che si forma col freddo intenso e la pressione della profondità del mare” e che esce con forza esplosiva quando vi si accede. Le prove di una frana sottomarina al largo della florida e di enormi eruzioni vulcaniche sotto il Nord Atlantico sollevano la possibilità di metano intrappolato – un gas serra 20 volte più potente del biossido di carbonio – che è stato rilasciato in una gigantesca eruzione che ha spinto le temperature globali alle stelle. 

Le ondate di calore estive hanno bruciato la vegetazione dalla Spagna continentale, lasciando un terreno deserto che è stato pesantemente eroso dalle tempeste di pioggia invernali. Le mangrovie crescevano all'altezza dell'Inghilterra e del Belgio e l'Oceano Artico era così caldo che le alghe del Mediterraneo prosperavano. In breve, era un mondo un mondo molto simile a quello verso cui siamo diretti in questo secolo. Anche se la quantità totale di carbonio nell'atmosfera durante il Massimo Termico del Paleocene-Eocene, O MTPE (PETM in inglese), come lo chiamano gli scienziati, era più di quello di oggi, il tasso di aumento nel XXI secolo potrebbe essere 30 volte più rapido. Potrebbe tranquillamente essere l'aumento più rapido che mondo abbia mai visto – più rapido persino degli episodi che hanno causato estinzioni di massa catastrofiche. 

Il globalismo in un mondo a 5°C si frantumerebbe in qualcosa di più simile del parrocchialismo. I clienti non avranno niente da comprare perché i produttori non avranno niente da vendere. Senza nessuna possibilità di aiuto internazionale, i migranti dovranno affrettarsi verso le poche enclave abitabili rimaste e lottare per sopravvivere. 

Dove non è disponibile alcun rifugio, la guerra civile e un collasso verso il conflitto razziale o comunitario sembra essere a conseguenza probabile. La sopravvivenza a livello individuale, tuttavia, potrebbe essere impraticabile come chiamare per il servizio in camera. Quanti di noi potrebbero realmente pronti a intrappolare ed uccidere a sufficienza per sfamare una famiglia? Anche se un gran numero di persone riuscisse con successo a sparpagliarsi nella campagna, le popolazioni di vita selvaggia diminuirebbero rapidamente sotto la loro pressione. Per sostenere lo stile di vita dei cacciatori-raccoglitori serve da 10 a 100 volte la terra per persona rispetto a quella necessaria per una comunità agricola stanziale. Un ritorno sul larga scala alla vita di sopravvivenza si trasformerebbe in un ulteriore disastro per la biodiversità quando esseri umani affamati ucciderebbero e mangerebbero qualsiasi cosa si muova. Compresi, probabilmente, i propri simili. Gli invasori non trattano con gentilezza i residenti che negano loro del cibo. La storia suggerisce che se viene scoperta una riserva, il capofamiglia e i suoi famigliari potrebbero essere torturati ed uccisi. Guardate per confrontare l'esperienza dei giorni nostri in Somalia, Sudan o Burundi, dove i conflitti sulla poca terra e cibo sono alla base del persistere di guerre tribali e del collasso dello stato.

Possibilità di evitare 5°C di riscaldamento globale: trascurabili se l'aumento della temperatura raggiunge i 4°C e rilascia il metano intrappolato sul fondo del mare. 

Fra 5°C e 6°C di riscaldamento

Anche se il riscaldamento su questa scala si trova all'interno della gamma sostenuta ufficialmente dal IPCC fra le possibilità del XXI secolo, i modelli climatici hanno poco da dire su quanto Lynas, echeggiando Dante, descrive come “il sesto girone infernale”. Per vedere la somiglianza più recente, dobbiamo riportare l'orologio geologico fra i 144 e i 65 milioni di anni fa, al Cretaceo, che è finito con l'estinzione dei dinosauri. C'è stato un episodio ancora più vicino alla fine del Permiano, 251 milioni di anni fa, quando le temperature globali sono aumentate di -ebbene sì – 6°C e il 95% delle specie sono state spazzate via. 

Quell'episodio è stato il peggiore mai subito dalla vita sulla Terra, il momento in cui è andata più vicino a diventare una roccia morta e desolata nello spazio. Sulla terra, i soli vincitori sono stati i funghi che hanno prosperato sugli alberi e gli arbusti morti. In mare ci sono stati solo perdenti. L'acqua calda è una assassina. Si può disciogliere meno ossigeno, quindi le condizioni diventano stagnanti ed anossiche. Gli abitanti dell'acqua che respirano ossigeno – tutte le forme di vita superiori dal plancton agli squali – soffocano. L'acqua calda si espande anche e i livelli del mare sono saliti di 20 metri. I “super uragani” che ne sono risultati colpivano le coste innescavano alluvioni istantanee alle quali nessun essere vivente avrebbe potuto sopravvivere. 

Ci sono aspetti della cosiddetta “estinzione della fine del permiano” che è improbabile che si verifichino – la cosa più importante è la vasta eruzione vulcanica in Siberia che ha diffuso magma per centinaia di metri di spessore su un'area più grande dell'Europa occidentale ed ha sparato miliardi di tonnellate di CO2 nell'atmosfera. Ma è una piccola consolazione, comunque, perché sotto gli oceani si agita un altro mostro – lo stesso che aveva portato una fine devastante del Paleocene quasi 200 milioni di anni più tardi e che è ancora lì in attesa oggi: gli idrati di metano. 

Cosa succede quando l'acqua che si scalda rilascia il gas compresso dal fondo del mare: per prima cosa, un piccolo disturbo porta una parte di acqua satura di gas verso l'alto. Mentre sale, le bolle cominciano ad apparire, man mano che il gas disciolto fuoriesce con la pressione ridotta – proprio come una limonata esce fuori dalla bottiglia se viene aperta troppo rapidamente. Queste bolle rendono la parte di acqua ancora più galleggiante, accelerando la sua risalita lungo la colonna d'acqua. Mentre emerge verso l'alto, raggiungendo una forza esplosiva, trascina con sé l'acqua che la circonda. Alla superficie, l'acqua viene sparata a centinaia di metri di altezza quando il gas liberato esplode nell'atmosfera. Le onde d'urto si propagano verso l'esterno in tutte le direzioni, innescando altre eruzioni nelle vicinanze. 

L'eruzione è qualcosa di più di una semplice retroazione positiva in più nel processo in accelerazione del riscaldamento globale. A differenza del CO2, il metano è infiammabile. Anche con concentrazioni di metano nell'aria del 5%, la miscela potrebbe incendiarsi a causa di fulmini o qualche altra scintilla e sparare palle di fuoco in mezzo al cielo. L'effetto sarebbe praticamente come quello degli esplosivi combustibile-aria usati dagli eserciti di Stati Uniti e Russia – le cosiddette “bombe sottovuoto” che incendiano goccioline di combustibile sopra un obbiettivo. Secondo la CIA, coloro che si trovano in prossimità del punto di accensione vengono annientati. Quelli ai margini è probabile che subiscano molte ferite interne, compresi scoppio dei timpani, grave commozione cerebrale, polmoni ed organi interni rotti e probabilmente cecità. Tali armi tattiche, tuttavia, sono petardi se messe a confronto con le nuvole di aria e metano delle eruzioni oceaniche. Gli scienziati calcolano che potrebbero “distruggere la vita terrestre quasi per intero (251 milioni di anni fa è sopravvissuto solo un grande animale terrestre, il listrosauro, simile ad un maiale). E' stato stimato che una grande eruzione in futuro potrebbe rilasciare energia equivalente a 108 tonnellate di TNT – 100.000 volte più di tutto l'arsenale mondiale di armi atomiche. Nemmeno Lynas, per tutte le sue proprietà scientifiche, può evitare una fine hollywoodiana. “Non è troppo difficile immaginare l'incubo finale, con eruzioni di metano oceanico vicine a grandi centri di popolazione che spazzano via miliardi di persone – forse in pochi giorni. Immaginate una palla di fuoco di “esplosivo combustibile-aria” che corre verso una città – diciamo Londra o Tokyo – con l'onda esplosiva che si diffonde dal centro dell'esplosione che la velocità e la forza di una bomba atomica. Gli edifici vengono spianati, le persone incenerite dove si trovano o lasciate cieche e sorde dalla forza dell'esplosione. Mescolate Hiroshima con la New Orleans post Katrina ed avrete idea di quale catastrofe potrebbe essere: i sopravvissuti bruciati che lottano per il cibo, vagando in lungo e in largo per le città vuote.    

Poi arriverebbe il solfuro di idrogeno dagli oceani stagnanti. “sarebbe un assassino silenzioso: immaginate la scena di Bhopal a seguito della perdita di gas della Union Carbide nel 1984, ripetuta prima sugli insediamenti costieri, poi all'interno dei continenti di tutto il mondo. Allo stesso tempo, man mano che lo strato di ozono viene preso d'assalto, sentiremo i raggi del sole bruciare sulla nostra pelle e le prime mutazioni cellulari innescherebbero esplosioni di cancro fra chiunque sia sopravvissuto. Con tutte le rimanenti foreste che bruciano e i corpi di persone, bestiame e vita selvaggia che si ammassano su ogni continente, il mondo a 6°C sarebbe effettivamente una pena dura per il crimine banale di bruciare energia fossile.