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giovedì 27 luglio 2023

L'Effetto Serra Spiegato dalla Madonna



La Madonna del Monte Amiata, ca. 1800 mt. s.l.m.


Buongiorno, Madonnina. 

Buongiorno.

Ah… ma tu parli?

Che ti aspettavi? Volevi che piangessi?

No, no…. Non dicevo questo. Però.... sono un po' sorpreso.

Sai, avrei anche tante ragioni per piangere. Guarda dove mi hanno messo. In cima a questa montagna, esposta a tutti i venti, al freddo, alla neve, grandine, eccetera. Per non parlare del fumo dei ristoranti che hanno messo poco più in basso. Ma mi sembrava gentile risponderti visto che ti sei inerpicato fin quassù. E’ una bella salita.

Ah, niente di particolare. Solo un po' ripido. Comunque, grazie, Madonnina.

Di niente.

Senti, Madonnina… visto che ci sono, ti volevo chiedere una cosa.

Beh, tutti mi chiedono cose. C'è chi sta male, chi ha problemi di soldi, di amori, e cose del genere. Mi dispiace che non posso fare miracoli per tutti, ma ci posso provare. Sai. anche Lui fa quello che può. Ma deve stare dietro a qualche miliardo di galassie. Per non parlare delle altre dimensioni del multiverso. Ma cosa mi volevi chiedere?

Lo so che tutti ti chiedono cose. Ma vedi, c'è un problema più grande. Non so se hai mai sentito parlare di questa cosa che si chiama "riscaldamento globale."

Ma certo. Vedi, me ne accorgo anche da quassù, in cima alla montagna. Non c'è quasi più neve in inverno, e fa molto meno freddo. E' l'effetto serra causato dal biossido di carbonio.....

Madonnina, ma tu ti intendi di queste cose?

Beh, la scienza del clima non è proprio il mio campo. Ma, sai, Lui, certe cose le sa molto bene e me le spiega. Sapessi quanto tempo ci ha messo al tempo della creazione per regolare i gas serra in modo che non facesse né troppo freddo né troppo caldo. Me ne ha parlato molto. E, a proposito di temperature, hai mai pensato al Paradiso?

In che senso, Madonnina?

Beh, in termini di effetto serra, intendo dire.

Ma, no, per la verità, no. Non pensavo che il Paradiso esistesse veramente.

Lo sai che ci sono più cose in cielo e in terra di quante tu ti possa immaginare con tutta la tua scienza.

Ah, si... certo. Ma dov'è il Paradiso, allora?

Si estende su molte dimensioni, ovviamente, ma si sovrappone anche con quella dove vivete voi, creature umane. Diciamo che in questo particolare universo il Paradiso sta nell'alta troposfera. Ed è una questione di profondità ottica dell'emissione di infrarossi. In altre parole, in Paradiso fa un freddo becco.

Beh, mi posso immaginare, dato che è così in alto. Però dicono che è un posto dove si sta bene. Tutti ci vorrebbero andare. Non è così?

Certamente ma, vedi, ci vivono le anime. E le anime sono creature diafane. Non sentono il freddo. Invece io...

Ah... Vero. E' la questione dell'assunzione, vero?

Eh, si. Mi trovo a essere l'unica ad avere un corpo umano in tutto il Paradiso. E' un grande onore, certo. Ma, come dicevo, è un freddo boia. Meno male che mio figlio, carino, ha messo su un po' di nuvole-termosifoni dove sto di solito. Anche dell'ossigeno in più. Le creature diafane non ne hanno bisogno, ma io si. E così sto un po' meglio. Poi, dopo il giudizio universale, dovranno pensare a qualcos'altro -- arriveranno tutti col corpo, e sarà un po' affollato. Ma ci penserò Lui. 

Ma quello che sta succedendo ora sulla Terra è il giudizio universale?

No. E' un altra cosa. E' un po' come quando Lui si era dimenticato il magma a bollire nel mantello e gli è scappata fuori una provincia magmatica gigantesca. E addio dinosauri! Sapessi come c'è rimasto male!

Ma tu, Madonnina, c'eri già al tempo dei dinosauri?

Ovviamente no. Ma Lui mi racconta molte cose. Gli è molto dispiaciuto dei dinosauri. Mi diceva che i tirannosauri gli erano venuti particolarmente bene. Erano un po' aggressivi, in effetti, ma erano degli animali magnifici. Ma così vanno le cose. Ogni tanto un ecosistema va fuori controllo. Lui ha tutte queste galassie da gestire. Miliardi di galassie, pensa. Onnipotente quanto vuoi, ma non ce la fa a star dietro a tutto.

Ah... capisco. Forse. Ma, allora, cosa succede adesso da noi, sulla Terra?

Hai mai sentito parlare dell'Inferno?

Si, certo.

Hai sentito dire che è un posto molto caldo, vero?

Si, si. Così dicono.

Beh, effetto serra.

Vuoi dire che...... ?

Esattamente questo. Riscaldamento causato dall'effetto serra. State andando tutti all'Inferno.

Madonnina, ma è possibile?

Perfettamente possibile. L'Inferno ve lo state creando da voi.

Ah...

Eh.... proprio così.

Ma non è che potresti mettere una buona parola con....

Posso provare. Ma con tutti i guai che avete combinato e state combinando.... Lo capisci perché la Madonna alle volte piange, vero?

Si, capisco. Credo di capire.

Ma non si sa mai. Lui è buono. Solo che alle volte, anche Lui non ne può più.

Eh, si. Immagino.

Ci provo. Magari lui decide di darvi una mano. Ma se non smettete di fare le cose che fate, l'inferno vi aspetta. 

Capisco.

E grazie per la visita

E' stato un piacere, Madonnina. Grazie comunque. E mi dispiace per il fumo dei ristoranti, qui sotto.

Non ti preoccupare. Visto come vanno le cose, non dureranno a lungo. Non ci sono ristoranti all'Inferno.










venerdì 19 agosto 2022

Foreste: Raffreddano la Terra o la Riscaldano? Un commento di Anastassia Makarieva


 

Anastasia Makarieva, insieme a Viktor Gorshkov, ha sviluppato alcuni concetti fondamentali sul funzionamento dell'ecosfera: la " regolazione biotica dell'ambiente " e la " pompa biotica ". Qui, con il suo permesso, riporto un messaggio che ha inviato a un forum di discussione su queste cose. Makarieva qui propone un'idea piuttosto controversa, ovvero quella che non è possibile provare che il riscaldamento globale osservato fino ad oggi è dovuto soltanto all'incremento della concentrazione di CO2 nell'atmosfera. La deforestazione potrebbe giocare un ruolo altrettanto importante, e forse anche più importante. Se siete interessati ad entrare nel forum, scrivetemi a "ugo.bardi(cosinastrana)unifi.it"



di Anastassia Makarieva


Cari colleghi,

grazie mille per queste discussioni affascinanti. Sto imparando così tanto da questo gruppo, solo per citare un paio di cose più recenti, grazie Svet per averci ricordato quegli importanti studi sui topi, grazie Mihail per la nota sull'agroecologia in Corea del Nord e grazie, Christine, per aver condiviso le tue esperienze come contadina. È davvero un lavoro molto duro, non sono un agricoltore ma ho vissuto in natura dove devi preoccuparti della maggior parte delle cose che sono vitali, e questo lavoro lascia poco tempo per fare scienza, specialmente in un clima freddo. (potete trovare alcune foto qui ). E sono sopraffatta da altre cose discusse nel gruppo, cercando di recuperare il ritardo e scriverò più tardi.

Qui ho pensato di condividere la mia comprensione del fatto che le foreste raffreddino o riscaldino la Terra, ne ho discusso alcune volte, quindi mi dispiace se si tratta di una ripetizione.

Nell'articolo di recensione recentemente citato da Ugo, come ha giustamente notato Mara, non c'è nulla di controverso o rivoluzionario. Tutti sanno che quando una certa parte dell'energia solare viene catturata dall'evaporazione, la superficie diventa localmente più fresca che in assenza di questo processo. Proprio perché, per risparmio energetico, una certa parte dell'energia solare, invece di riscaldare la superficie, viene spesa per estrarre le molecole di vapore acqueo dalla fase liquida vincendo l'attrazione intermolecolare.

Ma, cosa importante, questa energia rimane nella biosfera, a differenza della parte della radiazione solare che viene riflessa nello spazio da una superficie luminosa.

Quindi, se la Terra nel suo insieme diventerà più fredda o più calda in presenza di evaporazione, dipenderà da come la biosfera distribuirà questa energia latente.


Date un'occhiata a questa figura, sopra. Mostra come avviene la condensazione nell'aria che sale. Il calore latente viene rilasciato nell'atmosfera superiore e può irradiarsi nello spazio da quegli strati superiori senza interagire con i gas serra (che sono per lo più concentrati a bassa quota). Questo avrà come effetto di raffreddare il pianeta, riducendo l'effetto serra planetario. Ripeto: una certa quota di energia solare (in forma di calore latente)lascerà la Terra con una minore interazione con i gas serra. È un effetto rinfrescante dell'evaporazione.

È importante sottolineare che questo effetto sarà più forte se l'aria calda trascorre più tempo nell'alta atmosfera. Se scende poco dopo la condensazione, tutto il calore latente diventa sensibile e riscalda solo la superficie. Ma se c'è un modello di circolazione su larga scala con l'aria che viaggia per migliaia di chilometri, l'effetto sarà più pronunciato. Quindi la circolazione della pompa biotica renderà questo effetto più forte (più che nel caso di precipitazioni locali). 

Ma, oltre a questo effetto di raffreddamento, ci sono effetti di riscaldamento. Uno di questi è la semplice presenza di più vapore acqueo nell'atmosfera al di sopra di superfici umide. Poiché il vapore acqueo è un gas serra, la sua presenza sulla terra aumenta la concentrazione di assorbitori di radiazione infrarossa. La quota di energia che esce senza interagire con loro aumenta, ma aumenta anche il numero totale di molecole. Quale effetto vincerà?

Inoltre, più vapore acqueo e convezione significano più nuvole. E alcuni tipi di nuvole riscaldano la Terra. Altri raffreddano la Terra. Quale prevarrà?

Questi argomenti mostrano perché il messaggio sul raffreddamento delle foreste non scaturirà mai dai modelli climatici globali. Non sono adatti per stimare se esiste e quanto potrebbe essere forte.

La mia posizione personale è che concentrarsi sul raffreddamento o sul riscaldamento è strategicamente dannoso per il caso di protezione delle foreste. Ciò che le foreste naturali fanno sicuramente è ridurre al minimo le fluttuazioni del ciclo dell'acqua, le ondate di calore, la siccità e le inondazioni. Sebbene questi estremi siano attualmente ufficialmente attribuiti alle emissioni di CO2, è noto che questa attribuzione soffre di molti problemi. Su questo argomento consiglierei questo breve video della dott.ssa Sabine Hossenfelder  https://www.youtube.com/watch?v=KqNHdY90StU .

Quindi, in effetti, sostenere che una particolare ondata di caldo (LOCALE) ha a che fare con la distruzione delle foreste (che è noto per cambiare gravemente le temperature LOCALI) potrebbe essere molto più facile e più produttivo che discutere sul ruolo delle foreste nel riscaldamento o nel raffreddamento globale -- dove non c'è una semplice argomentazione.

Quindi, pensiamo a come funzionano le cose ora: abbiamo un'ondata di caldo e alla gente viene detto che è dovuta alle emissioni di CO2, per ridurre le emissioni le persone usano "biocarburanti" tagliando più foreste. Con una maggiore perdita naturale di foreste, il ciclo dell'acqua è ulteriormente disturbato e abbiamo più ondate di caldo, che sono ancora una volta attribuite al riscaldamento globale, ecc. È una situazione complessa.

Anastassia

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Un ulteriore commento di Anastassia11 agosto 2022 alle 23:48

Il lavoro di Winckler et al. 2019 https://doi.org/10.1029/2018GL080211 affronta l'argomento di come una deforestazione su larga scala (di grandezza storica) influenzerebbe la temperatura media globale. È importante sottolineare che separano i contributi dai diversi processi. Senza ulteriori indugi, diamo un'occhiata alla loro Figura 2:


  1. Qui "locale" (linea rossa) significa l'effetto che tutti conosciamo: quando le piante cessano di esistere, la superficie LOCALMENTE si riscalda, anche se riflette di più (es. una foresta in un deserto) (nota di UB: questo è perché scompare l'effetto raffreddante locale della traspirazione). Tuttavia, come ho detto nel mio post originale, ci sono anche effetti non locali: poiché il pianeta cattura meno energia a causa di una superficie più riflettete durante la deforestazione, si raffredda. Questo effetto NON è evidente a livello locale, perché localmente viene superato dal riscaldamento causato dalla perdita di traspirazione.

    Ma a livello globale l'effetto diventa pronunciato. Quindi, secondo la Figura 2b, nei modelli globali l'effetto netto dell'illuminazione del pianeta dovuto alla perdita della copertura vegetale è MAGGIORE di qualsiasi traspirazione di raffreddamento possa indurre.

    La barra grigia nella Figura 2b è il riscaldamento dovuto alle emissioni di carbonio indotte dalla deforestazione. Quindi questa immagine dice essenzialmente che (quasi) tutta l'influenza della vegetazione sul clima è dovuta all'emissione/cattura di carbonio. Il raffreddamento della traspirazione è negato dal riscaldamento correlato all'albedo.

    Tenete presente che dire che i GCM NON tengono conto del raffreddamento della traspirazione non è corretto e minerà la credibilità di chi lo sta dicendo. Gli scienziati SONO molto preoccupati per la valutazione di questo effetto. Ciò che è possibile sostenere è che i modelli potrebbero tenere conto di questo effetto IN MODO ERRATO. Ma per argomentare questo, bisogna avere almeno alcune prove indipendenti.

    Ora, date un'occhiata alla Figura 2c. È la più interessante. Mostra separatamente come (la simulazione indica che) il pianeta si è RAFFREDDATO (di quasi 1 grado K) dopo che la vegetazione primaria è stata distrutta e la superficie del pianeta è diventata più luminosa. Questo calcolo basato sull'albedo è molto semplice e quindi robusto.

    Quindi, il fatto che l'effetto netto sia molto più piccolo, circa -0,05 K, significa che nei GCM il raffreddamento della traspirazione GLOBALE, in primo luogo, esiste e, in secondo luogo, è molto sostanziale.

    La perdita di raffreddamento della traspirazione ha portato a un riscaldamento di circa 1 grado. Nella mia nota originale, ho discusso di come non sia possibile su basi qualitative dire se la traspirazione raffredderà o riscalderà globalmente la Terra.

    Ora arriva la domanda principale. Albedo e traspirazione sono grandezze fisiche indipendenti. Com'è possibile che questi effetti indipendenti negli attuali GCM si compensino a vicenda in modo così preciso, in modo tale che l'effetto netto sia più di un ordine di grandezza inferiore a entrambi i due?

    È una domanda molto importante, perché influenza la nostra comprensione dei cambiamenti storici della copertura del suolo sul clima. Dato che il processo di traspirazione ha molte incognite(**) e quindi fortemente parametrizzato, la mia ipotesi è che il principale vincolo che ne regola la parametrizzazione (quando i modelli erano sintonizzati sui cambiamenti storici) fosse proprio quello di compensare ampiamente l'influenza reciproca di albedo e traspirazione tale che il segnale climatico potrebbe essere attribuito alla sola CO2.

    Se è così, significa che il raffreddamento della traspirazione è l'ELEFANTE sotto mentite spoglie che viene mascherato nei GCM dalle parametrizzazioni. Ciò significa che, a condizione che vi sia la volontà politica (e quindi i finanziamenti), i modelli possono essere riparametrizzati in modo relativamente semplice per informarci che QUASI tutto il riscaldamento osservato è dovuto alla perdita del raffreddamento della traspirazione. Le incertezze possono facilmente accogliere una tale opportunità.

    (**) Per darvi solo un esempio di quanto sia scarsamente nota la traspirazione, posso rimandarvi a questo lavoro (Teulling 2018 https://doi.org/10.2136/vzj2017.01.0031) che discute il seguente enigma: le foreste traspirano più delle erbe? Anche le osservazioni raccontano storie diverse.

(***) Nota di UB: quando Anastassia parla di "deforestazione" si riferisce alla perdita di foreste "mature" in grado di evapotraspirare e generare la pompa biotica. Non sono la stessa cosa delle masse di piante che sono in crescita un po' ovunque nel mondo e che non sono in grado di regolare il clima nello stesso modo delle foreste mature. 

sabato 31 luglio 2021

Non siamo più nell'Olocene: un mondo senza ghiaccio permanente.

Il post che segue è riprodotto dal mio blog " Gli Olobionti Orgogliosi ", ma penso che l'argomento sia compatibile con la visione del blog "Effetto Seneca". In effetti, tutto è correlato su questo pianeta e il concetto di "olobionte" può essere visto come strettamente connesso al concetto di "Dirupo di Seneca". I sistemi complessi, sia virtuali che reali, sono reti che possono essere quasi sempre viste come olobionti nella loro struttura. Un collasso, quindi, si verifica quando la rete subisce una rottura della catena di collegamento in un processo noto come "meccanismo di frattura di Griffith" in ingegneria (invero, tutto è correlato!)

Questo post fa anche parte del materiale che io e Chuck Pezeshki stiamo assemblando per un nuovo libro che si intitolerà (provvisoriamente) "Olobionte: la nuova scienza della collaborazione", in cui abbiamo in programma di esplorare come i nuovi concetti in biologia e scienza delle reti possono unirsi per darci la chiave per la gestione di sistemi altamente complessi: società umane, grandi e piccole. Il concetto dominante che lega tutto questo è uno: l' empatia.

 

Quando il ghiaccio se ne sarà andato: il più grande cambiamento visto sulla Terra in 30 milioni di anni.

Da: "The Proud Holobionts", 27 luglio 2021

 

Un'immagine dal film del 2006 "The Meltdown", il secondo della serie "L'era glaciale". Questi film hanno tentato di presentare un'immagine della Terra durante il Pleistocene. Ovviamente non erano intesi come lezioni di paleontologia, ma mostravano la megafauna dell'epoca (mammut, tigri dai denti a sciabola e altri) e il ghiaccio persistente, come si vede nella figura. La trama di "The Meltdown" si basava su un evento reale: la rottura della diga di ghiaccio che teneva chiuso il lago Agassiz all'interno dei grandi ghiacciai della Laurentide, nel continente nordamericano. Quando la diga si è rotta, circa 15.000 anni fa, il lago è sfociato nel mare in una gigantesca inondazione che ha cambiato il clima della Terra per più di mille anni. Quindi, il concetto di ere glaciali in relazione al cambiamento climatico sta penetrando nella memesfera umana. È strano che accada proprio quando l'attività umana sta riportando l'ecosistema a un periodo pre-glaciale. Se accadrà, sarà il più grande cambiamento visto sulla Terra in 30 milioni di anni. E non saremo più nell'Olocene.

 

Sappiamo tutti che ai poli della Terra c'è ghiaccio permanente: forma ghiacciai e copre vaste aree di mare. Ma è lì per caso o è in qualche modo funzionale all'ecosfera terrestre? 

Forse il primo a fare questa domanda è stato James Lovelock, il proponente (insieme a Lynn Margulis) del concetto di "Gaia", il nome del grande olobionte che regola l'ecosistema planetario. Lovelock è sempre stato una persona creativa e nel suo libro " Gaia: A New Look at Life on Earth " (1979) ha ribaltato la visione convenzionale del ghiaccio come entità negativa. Invece, ha proposto che il ghiaccio permanente ai poli facesse parte dell'omeostasi planetaria, ottimizzando di fatto il funzionamento dell'ecosfera. 

Lovelock è stato forse influenzato dall'idea che l'efficienza di un motore termico è direttamente proporzionale alle differenze di temperatura che incontra un fluido circolante. Potrebbe essere sensato: il ghiaccio permanente crea una grande differenza di temperatura tra i poli e l'equatore e, di conseguenza, i venti e le correnti oceaniche sono più forti e le "pompe" che portano i nutrienti ovunque sostengono più vita. Sfortunatamente, questa idea è probabilmente sbagliata, ma Lovelock ha il merito di aver aperto il coperchio su una serie di profonde domande sul ruolo del ghiaccio permanente nell'ecosistema. Cosa sappiamo di questa faccenda?

Ci volle del tempo perché i nostri antenati si rendessero conto che il ghiaccio permanente esisteva. Il primo che vide la calotta glaciale della Groenlandia fu probabilmente Eric il Rosso, l'avventuriero norvegese, quando vi viaggiò intorno all'anno 1000. Ma non aveva modo di conoscere la vera estensione del ghiaccio interno, e non ne parlò nei suoi rapporti.

Il primo rapporto che ho trovato sulla calotta glaciale della Groenlandia è la " Storia della Groenlandia " del 1820 , una traduzione di un precedente rapporto (1757) in tedesco di David Crantz. All'inizio del XX secolo, le mappe mostravano chiaramente la Groenlandia completamente ricoperta di ghiaccio. Per quanto riguarda l'Antartide, alla fine del XIX secolo, già si sapeva che era completamente ricoperta da uno spesso strato di ghiaccio. 

Ancora prima, a metà del XIX secolo, Louis Agassiz aveva proposto un'idea davvero rivoluzionaria: quella dell'era glaciale. Secondo Agassiz, nei tempi antichi, gran parte del Nord Europa e del Nord America era ricoperta da spesse lastre di ghiaccio. Gradualmente, divenne chiaro che non c'era stata una sola era glaciale, ma diverse, che andavano e venivano a cicli. Nel 1930, Milutin Milankovich propose che questi cicli fossero legati a variazioni periodiche nell'insolazione dell'emisfero settentrionale, a loro volta causate da cicli nel moto della Terra. Per quasi un milione di anni, la Terra è stata una sorta di pendolo gigante in termini di estensione della calotta glaciale. 

Il film del 2006 " Una scomoda verità " è stata la prima volta in cui queste scoperte sono state presentate al grande pubblico. Qui vediamo Al Gore che mostra i dati delle temperature dell'ultimo mezzo milione di anni.

Un'idea ancora più radicale sulle ere glaciali è apparsa nel 1992, quando Joseph Kirkschvink ha proposto il concetto di "Terra palla di neve". L'idea è che la Terra fosse completamente ricoperta di ghiaccio in qualche momento, circa 600-700 milioni di anni fa, il periodo giustamente chiamato "Criogeniano".

Questa super era glaciale è ancora controversa: non sarà mai possibile dimostrare che ogni chilometro quadrato del pianeta fosse sotto il ghiaccio e ci sono alcune prove che non era così. Ma, sicuramente, abbiamo a che fare con una fase di raffreddamento molto più pesante di qualsiasi cosa vista durante tempi geologici relativamente recenti.

Mentre sono state scoperte altre ere glaciali, è anche diventato chiaro che la Terra è stata priva di ghiaccio per la maggior parte della sua lunga esistenza. I nostri tempi, con ghiaccio permanente ai poli, sono piuttosto eccezionali. Diamo uno sguardo alle temperature degli ultimi 65 milioni di anni (il "Cenozoico"). Date un'occhiata a questa straordinaria immagine (cliccate per vederla in alta risoluzione)

All'inizio del Cenozoico, la Terra èra ancora sotto l'effetto del grande disastro della fine del Mesozoico, quello che portò alla scomparsa dei dinosauri (incidentalmente, quasi certamente non causato da un impatto asteroidale ). Ma, da 50 milioni di anni fa in poi, la tendenza è stata costante: raffreddamento. 

La Terra è ora circa 12 gradi centigradi più fredda di quanto non fosse durante il periodo caldo dell'Eocene. A partire da circa 35 milioni di anni fa, il ghiaccio permanente ha iniziato ad accumularsi, prima nell'emisfero australe, poi in quello settentrionale. Durante il Cenozoico, la Terra non è mai stata così fredda come lo è ora.

Le ragioni del graduale raffreddamento sono oggetto di dibattito, ma la spiegazione più semplice è che sia dovuto al graduale calo delle concentrazioni di CO2 nell'atmosfera durante l'intero periodo. Questo, a sua volta, potrebbe essere causato da un rallentamento del degassamento del carbonio dall'interno della Terra. Forse la Terra sta solo diventando un po' più vecchia e più fredda, e quindi meno attiva in termini di vulcani e fenomeni simili. Ci sono altre spiegazioni, tra cui la collisione dell'India con l'Asia centrale e l'ascesa dell'Himalaya che ha causato un prelievo di CO2 generato dall'erosione dei silicati. Ma è una storia estremamente complicata e non entriamo nei dettagli.

Torniamo ai nostri tempi. Probabilmenteavete sentito dire che, solo pochi decenni fa, quegli allocchi degli scienziati avevano predetto che saremmo tornati a un'era glaciale. È un'esagerazione: non c'è mai stata una simile affermazione nella letteratura scientifica. Ma è vero che l'idea di una nuova era glaciale galleggiava nella memesfera, e per buoni motivi: se la Terra aveva visto ere glaciali in passato, perché non una nuova? Guardiamo questi dati:

Queste sono le temperature e le concentrazioni di CO2 delle carote di ghiaccio di Vostok, in Antartide (potreste aver visto questi dati nel film di Al Gore). Descrivono i cicli glaciali degli ultimi 400.000 anni. Senza entrare nei dettagli di ciò che provoca le oscillazioni (i cicli di irraggiamento solare le attivano, ma non le causano), si può notare quanto le temperature si sono abbassate insieme alle concentrazioni di CO2 nei momenti più freddi delle passate ere glaciali. L'ultima era glaciale è stata particolarmente fredda e associata a concentrazioni di CO2 molto basse. 

La Terra era pronta a scivolare in un'altra condizione di "palla di neve"? Non si può escludere. Quello che sappiamo per certo è che, durante l'ultimo milione di anni, la Terra si è avvicinata alla catastrofe della palla di neve ogni 100.000 anni circa. Cosa la ha salvata dallo scivolare fino in fondo in una morte gelida?

Ci sono diversi fattori che potrebbero aver impedito al ghiaccio di espandersi fino all'equatore. Per prima cosa, l'irradiazione solare è oggi circa il 7% maggiore di quella che era al momento dell'ultimo episodio di palla di neve terra, durante il criogeniano. Ma potrebbe non essere abbastanza. Un altro fattore è che il freddo e le basse concentrazioni di CO2 possono aver portato ad un indebolimento - o addirittura ad un arresto - della pompa biologica negli oceani e della pompa biotica sulla terra. Entrambe queste pompe fanno circolare l'acqua e le sostanze nutritive, mantenendo la biosfera viva e vegeta. La loro quasi scomparsa potrebbe aver causato una generale perdita di attività della biosfera e, quindi, la perdita di uno dei meccanismi che eliminano la CO2 dall'atmosfera. Di conseguenza, le concentrazioni di CO2 sono aumentate a causa delle emissioni geologiche. Si noti come, in figura, la concentrazione di CO2 e le temperature siano perfettamente sovrapponibili nella fase di riscaldamento: la reazione della temperatura all'aumento di CO2 è stata istantanea su scala temporale geologica. Un altro fattore potrebbe essere stata la desertificazione del territorio che ha portato a un aumento della polvere atmosferica che si è depositata sulla superficie dei ghiacciai. Questo ha ridotto l'albedo (la frazione di luce riflessa) del sistema e ha portato a una nuova fase di riscaldamento. Una storia molto complicata che deve ancora essere svelata.  

Ma quanto era vicina la biosfera al disastro totale? Non lo sapremo mai.

Quello che sappiamo è che, 20mila anni fa, l'atmosfera conteneva appena 180 parti per milione (ppm) di CO2 (oggi siamo a 410 ppm). Questo era vicino al limite di sopravvivenza delle piante verdi e ci sono prove di un'estesa desertificazione durante questi periodi. La vita è stata dura per la biosfera durante le recenti ere glaciali, anche se le cose non erano così difficili come nel criogeniano. L'idea di Lovelock che il ghiaccio permanente ai poli faccia bene alla vita non sembra essere giusta .

Naturalmente, l'idea che nel prossimo futuro si potesse tornare a una nuova era glaciale era legittima negli anni '50, non più oggi poiché comprendiamo il ruolo delle attività umane sul clima. Alcuni sostengono che sia stata una buona cosa che gli umani abbiano iniziato a bruciare idrocarburi fossili poiché questo "ci ha salvato da una nuova era glaciale". Forse, ma questo è un classico caso di troppa grazia, Sant'Antonio. Stiamo pompando così tanta CO2 nell'atmosfera che il nostro problema ora è l'opposto: non siamo di fronte a una possibile nuova era glaciale, ma a una "warmhouse" (Terra serra) o addirittura una "hothouse" ("bagno turco planetario"). 

Un bagno turco planetario sarebbe un vero disastro poiché è stato la causa principale delle estinzioni di massa avvenute nel remoto passato del nostro pianeta. Principalmente, gli episodi di bagno turco sono stati il ​​risultato di esplosioni di CO2 generate dalle enormi eruzioni vulcaniche chiamate "grandi province ignee". In linea di principio, le emissioni umane non possono nemmeno lontanamente eguagliare questi eventi. Secondo alcuni calcoli, bisognerebbe continuare a bruciare combustibili fossili per 500 anni ai ritmi attuali per creare una concentrazione di CO2 simile a quella che ha sterminato i dinosauri (ma c'è sempre quel dettaglio che i sistemi non lineari ti sorprendono sempre... )

Tuttavia, considerando effetti di feedback come il rilascio di metano sepolto nel permafrost, è perfettamente possibile che le emissioni umane possano portare concentrazioni di CO2 nell'atmosfera a livelli dell'ordine di 600-800 ppm, o anche più, paragonabili a quelli del Eocene, quando le temperature erano 12 gradi più alte di adesso. Potremmo raggiungere la condizione chiamata, a volte, "Terra Serra".

Dal punto di vista umano, sarebbe un disastro. Se il cambiamento dovesse avvenire in un tempo relativamente breve, diciamo, dell'ordine di pochi secoli, la civiltà umana non sopravviverebbe. Non siamo attrezzati per far fronte a questo tipo di cambiamento. Basti pensare a cosa accadde circa 14.500 anni fa, quando la grande calotta glaciale Laurentide in Nord America si frammentò e collassò. ( fonte immagine ) (il film del 2006 "Meltdown" è stato ispirato proprio da questo evento).

 


Le preoccupazioni per la sopravvivenza umana sono legittime, ma probabilmente irrilevanti nel più ampio schema delle cose. Se torniamo all'Eocene, l'ecosistema subirebbe un duro colpo durante la transizione, ma sopravvivrebbe e poi si adatterebbe alle nuove condizioni. In termini di vita, l'Eocene è stato descritto come "lussureggiante". Con molta CO2 nell'atmosfera, le foreste erano fiorenti e, probabilmente, la pompa biotica forniva acqua abbondante ovunque nell'entroterra, anche se le temperature erano relativamente uniformi a diverse latitudini. Un possibile modello mentale per quel periodo sono le moderne foreste tropicali dell'Africa centrale o dell'Indonesia. Non abbiamo dati che ci permettano di confrontare la produttività della Terra oggi con quella dell'Eocene, ma non possiamo escludere che l'Eocene sia stato più produttivo. 

Di nuovo, sembra che Lovelock si sia sbagliato quando ha detto che le ere glaciali ottimizzano il funzionamento della biosfera. Ma forse c'è di più in questa idea. Almeno per una cosa, le ere glaciali hanno un buon effetto sulla vita. Date un'occhiata a questa immagine che riassume le principali ere glaciali della lunga storia della Terra


 ( fonte immagine )

Il punto interessante è che le ere glaciali sembrano verificarsi appena prima delle principali transizioni nella storia evolutiva della Terra. Non sappiamo molto dell'era glaciale dell'Uroniano, ma avvenne proprio al confine dell'Archeano e del Proterozoico, al tempo della comparsa degli eucarioti. Poi, il criogeniano ha preceduto il periodo ediacarano e la comparsa della vita multicellulare che ha colonizzato la Terra. Infine, anche l'evoluzione della specie Homo Sapiens può essere messa in relazione con il più recente ciclo glaciale. Con il raffreddamento del pianeta e la riduzione dell'estensione delle aree di foresta, i nostri antenati furono costretti a lasciare le foreste confortevoli dove avevano vissuto fino ad allora e ad adottare uno stile di vita più pericoloso nelle savane. E sapete a cosa ha portato!

Quindi, forse c'è qualcosa di buono nelle ere glaciali e, dopo tutto, James Lovelock potrebbe aver suggerito un'importante intuizione su come funziona l'evoluzione. Rimane la domanda su come esattamente le ere glaciali guidino l'evoluzione. Forse hanno un ruolo attivo, o forse sono semplicemente un effetto parallelo della vera causa che guida l'evoluzione. Molto probabilmente tutto è dovuto alla crescente concentrazione di ossigeno atmosferico che ha accompagnato la biosfera negli ultimi 2,7 miliardi di anni. L'ossigeno è la pillola magica che aumenta il ritmo metabolico delle creature aerobiche, è quello che rende possibili creature come noi. 

In ogni caso, è probabile che le ere glaciali saranno presto un ricordo sul pianeta Terra. L'effetto della perturbazione umana potrebbe essere modesto e, quando gli umani smetteranno di bruciare idrocarburi fossili (devono, un giorno o l'altro), il sistema potrebbe riassorbire la CO2 in eccesso e tornare gradualmente ai cicli dell'era glaciale del passato. Questo si potrebbe verificare in tempi dell'ordine di almeno diverse migliaia di anni , forse diverse decine di migliaia, forse anche di più. Ma, alla fine, il pianeta potrebbe semplicemente dimenticarsi di aver ospitato una particolare specie di primati che ha quasi distrutto l'ecosistema prima di sparire. 

Ma il clima è un sistema non lineare e potrebbe reagire rafforzando la perturbazione: i risultati sono impossibili da valutare. Non possiamo nemmeno escludere di andare incontro a una nuova megaestinzione, come quella che fece scomparire i dinosauri, 65 milioni di anni fa.

Quello che sappiamo per certo è che il ciclo dell'ecosistema terrestre (Gaia) ha una durata limitata. Abbiamo ancora circa 600 milioni di anni prima che la crescente luminosità del sole porti la Terra in una condizione diversa: quella di "serra umida" che porterà gli oceani a bollire ed estinguerà tutta la vita sul pianeta. E così sarà quello che dovrà essere. Gaia è longeva, ma non eterna.



martedì 12 maggio 2020

CO2 nell'atmosfera: I conti non tornano. La storia del riscaldamento globale era tutta un imbroglio?



Dati dal NOAA sulla concentrazione di CO2 nell'atmosfera misurati il 2 Maggio all'osservatorio di Mauna Loa, alle Hawai'i. Vedete come la concentrazione di CO2 sia aumentata nonostante che il lockdown abbia ridotto le emissioni. Questo, ovviamente, vuol dire che tutta la scienza del clima è un imbroglio. Giusto? Ahem......


Vi ricordate la storiella dei due polacchi in automobile? A un certo punto, quello alla guida chiede all'altro "mi dici se funziona la freccia?" Quello si sporge dal finestrino e dice, "ora si, ora no, ora si, ora no......" 

Lo so che da noi questo tipo di barzellette non hanno i polacchi come bersaglio (come invece si usa in America). Mi scuso con gli amici polacchi, ma capiranno per quale ragione li ho menzionati. In ogni caso, la storiella non va intesa come un'offesa per le persone diversamente intelligenti per motivi fisici che meritano ogni rispetto da parte nostra, ma come una critica per quelli che hanno un cervello normale ma non lo usano. 

Mi riferisco a una discussione che si è vista recentemente su Facebook, dove qualcuno ha presentato il grafico che vedete più sopra argomentando che tutta la faccenda del CO2 come gas serra era una fesseria e, a proposito di Greta Thunberg, "ora la bimba possiamo rimandarla a scuola." 

Ne è seguita la solita baruffa, con commenti a lettere maiuscole, insulti vari, e accidenti qui e là contro gli scienziati e tu sei un incompetente, no tu, eccetera. Il che ha dimostrato come molta gente non ha ritegno a comportarsi come quello che diceva della freccia che funziona "ora si, ora no...."

E, come al solito, certe cose ti fanno cadere le braccia (o altre parti del corpo, a piacere). Non importa essere climatologi per capire come stanno le cose. Ci vogliono pochi minuti per fare una ricerchina sul Web e capire come stanno le cose. E se poi non la sapete fare basta chiedere a chi ha un minimo di competenza scientifica per farla. Guardate, ve lo racconto rapidamente

Allora, l'osservatorio ti Mauna Loa misura la concentrazione di CO2 nell'atmosfera. Sono un po' di più di 700 miliardi di tonnellate di carbonio che corrispondono a una concentrazione MEDIA di un po' di più di 400 parti per milione (ppm). 

Ogni anno emettiamo circa 10 miliardi di tonnellate (Gt) di carbonio bruciando combustibili fossili. Di questi, circa 5 Gt rimangono in atmosfera, il resto è assorbito dall'oceano o dalla biosfera. In pratica ogni anno si osserva un aumento MEDIO della concentrazione di circa 2.5 parti per milione. 

Questo vuol dire che l'aumento GIORNALIERO è poche parti per MILIARDO. E vedete benissimo dal grafico come l'errore sperimentale giornaliero è ben superiore (per non parlare delle misure a risoluzione oraria!) In pratica, l'aumento di concentrazione della CO2 si vede solo su una media su scala annuale. Su scale più brevi è mascherato, oltre che dall'errore sperimentale, dalle oscillazioni stagionali del metabolismo della biosfera. 

Aggiungiamo anche che qui si pretenderebbe di vedere una variazione di una variazione! Ovvero, mettiamo che il lockdown abbia ridotto le emissioni del 30% negli ultimi due mesi -- questo vorrebbe dire cercare di vedere una variazione di 2.5*2/12*.3= circa 0.1 ppm! Siamo ben sotto i limiti di rilevazione sperimentale e l'apparente aumento del 2 Maggio è soltanto un'oscillazione nella misura, come se ne vedono in tutte le misure. Infatti, se guardiamo la stessa serie di dati com'era l'11 Maggio lo vediamo bene:

Dovremo aspettare almeno alcuni mesi -- meglio un anno -- per vedere l'effetto della riduzione delle emissioni. Guardare i dati solo per qualche giorno è come pensare che la freccia di un automobile funzioni o non funzioni a seconda che uno la veda accesa o spenta in quel momento.

Ma allora, ragazzi, quando vi mettete a discutere su Facebook, non sarebbe il caso di connettere il cervello alla tastiera per non fare la figura del polacco in automobile?


(nota: i commenti del blog sono chiusi per evitare un'invasione di polacchi. Semmai, commentate sulla mia pagina di Facebook.)

lunedì 1 agosto 2016

Quanto effetto serra genera un bambino in più?



Da“OSU”.Traduzione di MR (via Bodhi Paul Chefurka)
31/07/2009


CORVALLIS, Oregon. – Alcune persone che sono serie riguardo al voler ridurre la propria “impronta di carbonio” sulla Terra hanno a disposizione una scelta che potrebbe fruttare un beneficio a lungo termine – avere un figlio di meno.

Uno studio degli statistici dell'Università di Stato dell'Oregon (USO) ha concluso che negli Stati Uniti, l'impatto e l'eredità di carbonio e gas serra di un figlio in più è quasi 20 volte più importante di alcune delle altre pratiche ambientali sensibili che le persone potrebbero impiegare per tutta la loro vita – cose come guidare una macchina che consuma poco, riciclare, o usare elettrodomestici energeticamente efficienti e lampadine a basso consumo.
La ricerca chiarisce anche che gli impatti potenziali del carbonio variano drammaticamente di paese in paese. L'impatto a lungo termine del carbonio di un bambino nato negli Stati uniti – insieme a tutti i suoi discendenti – è più di 160 colte l'impatto di un bambino nato in Bangladesh.
Nelle discussioni sul cambiamento climatico tendiamo a concentrarci sulle emissioni di carbonio individuali durante il suo ciclo di vita”, ha detto Paul Murtaugh, un professore di statistica della USO. “Quelli sono problemi importanti ed è essenziale che debbano essere considerate. Ma una sfida aggiuntiva di fronte a noi è la continua crescita della popolazione e l'aumento del consumo globale di risorse”.
In questo dibattito è stata prestata pochissima attenzione all'enorme importanza della scelta riproduttiva, ha detto Murtaugh said. Quando un individuo mette al mondo un bambino – e quel bambino potenzialmente metterà al mondo altri discendenti in futuro – l'effetto sull'ambiente può essere di molte volte l'impatto prodotto da una persona durante il proprio ciclo di vita.
Nelle condizioni attuali degli Stati uniti, per esempio, ogni bambino alla fine aggiunge 9.441 tonnellate di biossido di carbonio all'eredità di carbonio di un genitore medio – circa 5,7 volte le emissioni di un ciclo di vita di cui è responsabile, in media, una persona.

Ed anche se alcune nazioni in via di sviluppo hanno popolazioni molto maggiori e i tassi di crescita della popolazione maggiori di quelli degli Stati Uniti, il loro impatto complessivo sull'equazione globale viene spesso ridotto da aspettative di vita minori e da minore consumo. L'impatto a lungo termine di un bambino nato in una famiglia in Cina è meno di un quinto dell'impatto di un bambino nato negli Stati Uniti, ha scoperto lo studio.
Man mano che il mondo in via di sviluppo aumenta la sua popolazione e i suoi livelli di consumo, questo potrebbe cambiare.
La Cina e l'India ora stanno aumentando costantemente le loro emissioni di carbonio e lo sviluppo industriale ed altre nazioni in via di sviluppo potrebbero a loro volta continuare ad aumentare alla ricerca di standard di vita più alti”, ha detto Murtaugh.
Lo studio ha esaminato diversi scenari di cambiamento dei tassi di emissione, il più aggressivo dei quali è stato di una riduzione del 85% delle emissioni globali di carbonio da adesso al 2100. Ma le emissioni in Africa, che comprendono 34 dei 50 paesi meno sviluppati del mondo, stanno già più del doppio di quel livello.

I ricercatori chiariscono che non stanno sostenendo controlli governativi o l'intervento sui problemi della popolazione, ma dicono che vogliono semplicemente rendere le persone consapevoli delle conseguenze ambientali delle loro scelte riproduttive.
Molte persone sono inconsapevoli del potere della crescita esponenziale della popolazione”, ha detto Murtaugh. “La crescita futura amplifica le conseguenze delle scelte riproduttive dei oggi delle persone, allo stesso modo in cui l'interesse composto amplifica un saldo bancario”.
Murtaugh ha osservato che i loro calcoli sono rilevanti per altri impatti ambientali oltre alle emissioni di carbonio – per esempio, il consumo di acqua potabile, che molti credono stia già scarseggiando.


mercoledì 23 marzo 2011

Napoleone e la scienza del clima


Se ti compare davanti qualcuno che tiene una mano sul cuore, porta un cappello a feluca e dice di comandare la Grande Armée, la cosa migliore da fare è probabilmente dargli una bella pacca sulle spalle e dirgli "Ma certo e salutami il maresciallo Ney." Lo stesso si dovrebbe fare quando ti trovi davanti qualche diversamente esperto che ragiona di climatologia credendosi un climatologo ma è altrettanto fuori di testa di uno che si crede Napoleone. Tuttavia, certe volte questi qui veramente esagerano (come per esempio, nel caso del "Frigerio-gate"). In questo post, mi provo a commentare un esempio particolarmente disgraziato di pseudo-climatologia.


Certe cose scritte da incompetenti sulla scienza del clima sono talmente ridicole che sembra veramente che raccontino delle barzellette, tipo quelle a proposito del pazzo che si crede Napoleone. Se è vero, però, che sulle barzellette ci si fanno due risate e via, la scienza del clima è una cosa terribilmente seria e i suoi risultati hanno a che vedere con il futuro di tutti noi.

Perciò credo che sia il caso di perdere un attimo di tempo per demolire almeno alcune di queste "confutazioni" dei concetti di base della scienza del clima che, altrimenti, sembrano sparpargliarsi per il web e poi magari qualcuno ci crede. Ultimamente qualcuno ha veramente esagerato - credendosi un Napoleone del clima.

Così, ho trovato un testo particolarmente disastroso a firma di "Gerrard8" apparso su "New Ice Age". Ha il vantaggio rispetto ad altri simili di essere abbastanza breve e, allo stesso tempo, estremamente denso di castronerie.

In sostanza, in questo strampalato testo senza capo nè coda, Gerrard8 si propone di dimostrare che 1) la teoria dell'assorbimento della radiazione è sbagliata (senza averla capita) 2) che il riscaldamento globale è causato dalla riduzione della capacità termica dell'atmosfera con l'aumento della CO2 (senza nemmeno aver capito la definizione di capacità termica) e 3) che un esperimento fatto con 2 bottiglie di plastica dimostra che tutta la fisica dell'atmosfera che conosciamo è sbagliata.

Niente male. Se avesse sostenuto di essere Napoleone Bonaparte, probabilmente sarebbe stato più credibile. Adesso, andiamo ai dettagli. In caratteri normali c'è il testo di Gerrard8; le mie considerazioni sono in corsivo blu.


Da premesse false si arriva a risultati ancora più falsi

Cominciamo subito con il titolo; leggermente "forte" per non dir di peggio. Si parlava di uno che si crede di essere Napoleone......?

Di Gerrard8

COSA DICE LA TEORIA DEL RISCALDAMENTO GLOBALE ANTROPICO:

La Terra riceve energia dal sole che la irradia sotto varie lunghezze d’onda nel visibile e non, cioè radio microonde infrarossi(45% del totale circa) luce visibile, uv (11% circa) gamma. La Terra accetta questa radiazione e la riemette ovviamente nello spazio solamente nelle bande delle onde radio, microonde e infrarossi soprattutto, perché la luce visibile si inizia a emettere solo a temperature di circa 500°C e superiori. La teoria dice che l’atmosfera è trasparente alla radiazione in ingresso ma non a quella in uscita dalla Terra. Tutti i gas biatomici come azoto N2 (78% atmosfera) e ossigeno O2( 21%) non riescono ad assorbire l’infrarosso, mentre tutti i gas triatomici o più come H20 CO2 CH4 O3 ecc assorbono questa radiazione IR e la riemettono, in parte anche verso la Terra diminuendo l’IR uscente e incrementando la temperatura totale, quindi se la loro concentrazione in atmosfera aumenta, diminuisce l’infrarosso uscente e la temperatura aumenta sempre di più.

E qui già comincia la confusione. A parte altre inesattezze, non è vero che "tutti i gas biatomici non possono assorbire nell'infrarosso". Vale solo per quelli detti "omopolari" ma, anche qui, esistono degli effetti al second'ordine che possono generare un assorbimento. Evidentemente, Gerrard8 non ha nessuna familiarità con l'argomento; tanto è vero che non riesce nemmeno a riferire in modo corretto la teoria corrente. Figuriamoci poi a criticarla; come vedremo nel seguito.

 
COSA DOBBIAMO SAPERE:

Questa è una teoria di 150 anni, la fisica come il resto del mondo ha fatto progressi.

Qui si comincia a scendere nell'abisso. La fisica ha sicuramente "fatto progressi" in 150 anni, ma questo non vuol dire niente. Pensate alla teoria della gravitazione, per esempio, ha più di 150 anni ma non è certamente roba da abbandonare per questo. 

Oggi sappiamo che non esistono corpi che si comportano cosi e sappiamo molto bene come funziona l’assorbimento dell’infrarosso.

Così come? Quali corpi? Chi siamo "noi" che "sappiamo molto bene come funziona l'assorbimento dell'infrarosso"? Se Gerrard8 si riferisce a se stesso, vedremo nei prossimi paragrafi che non ci siamo proprio.


1) l’infrarosso viene emesso da qualunque corpo sopra i 0 K in fotoni che hanno una determinata energia, il fotone emesso che raggiunge un altro corpo eccita un suo elettrone e lo fa passare ad un orbitale più alto aumentando la sua temperatura, questo processo avviene finchè il corpo che riceve non ha più elettroni da eccitare e riemette tanti fotoni quanti ne ha ricevuti in direzioni casuali rimettendo elettroni al loro posto e riportando la temperatura com’era prima.

Un bel disastro - tutto sbagliato. Gerrard8 non si è degnato di darsi neanche un'infarinatura di fisica e confonde l'infrarosso con l'ultravioletto. Non si è accorto che l'emissione/assorbimento nell'infrarosso NON coinvolge salti elettronici da un orbitale a un altro, ma piuttosto salti fra diversi stati vibrazionali o rotazionali.  Ed è solo il primo dei vari disastri di questo testo.

2) Poiché non esistono corpi con T = 0 K non esistono corpi che non emettono e assorbono in uguale quantità infrarosso ( 1° principio della termodinamica) altrimenti se esistessero corpi che assorbono o emettono soltanto oltre a creare energia dal nulla dovrebbero avere T infinita o nulla. Poiché ossigeno e azoto hanno una temperatura visto che si trovano allo stato gassoso, assorbono e riemettono IR.

Questo sproloquio assurdo sulla termodinamica sembra voler criticare la teoria corrente (che Gerrard8 non ha capito). Ma è tutto sbagliato: non ha capito che una molecola può essere benissimo in uno stato vibrazionale o rotazionale eccitato senza bisogno di esserci arrivata assorbendo nell'infrarosso - può scambiare quanti di energia attraverso collisioni molecolari. 

http://www.coe.ou.edu/sserg/web/Results/Spectrum/n2.pdf
http://www.coe.ou.edu/sserg/web/Results/Spectrum/o2.pdf

E qui arrivano questi due link, che Gerrard8 non si degna di commentare, che portano a degli spettri di assorbimento dell'ossigeno e dell'azoto. Ma questi spettri non dimostrano affatto che la teoria corrente sia sbagliata, come per esempio, si può leggere in K. M. Smith, D. A. Newnham, Near-infrared absorption spectroscopy of oxygen and nitrogen gas mixtures, Chemical Physics Letters, Volume 308, Issues 1-2, 16 July 1999, Pages 1-6

Gerrard8 sembra rendersi conto anche lui che sta camminando sugli specchi, perché dal paragrafo successivo abbandona completamente l'argomento.

3) Quando si parla di gas,liquidi o solidi, esiste un valore chiamato capacità termica specifica http://www.engineeringtoolbox.com/spesific-heat-capacity-gases-d_159.html cioè la quantità di energia richiesta da un corpo per aumentare la sua T di 1K. Ovviamente maggiore sarà la quantità di un gas in atmosfera e maggiore la sua capacità termica, più difficile sarà aumentare la sua temperatura, immaginando un attività solare costante.

Questo paragrafo dimostra subito che Gerrard8 non ha capito la differenza fra calore specifico e capacità termica, come si vedrà meglio in seguito.

Inoltre chi ha capacità termica inferiore ha la facoltà di raffreddarsi prima poiché emette radiazioni con una frequenza maggiore (basta immaginare l’escursione termica che c’è tra città che vivono vicino la costa e città che vivono nell’entroterra, infatti il suolo ha capacità termica inferiore del mare)

"Emette radiazioni con una frequenza maggiore" (?) Se lo prendiamo letteralmente, è proprio una fesseria. Corpi alla stessa temperatura emettono radiazione alla stessa frequenza.


CONCLUSIONI:


Quali conclusioni? Non ha dimostrato niente finora - ha detto solo cose ovvie o sbagliate. Ma andiamo avanti.


Gli oceani hanno una capacità termica molto alta

CpJ/(g•K) = 4,1813

E ancora non ci siamo proprio. Questo numero che Gerrard8 scrive NON è la capacità termica degli oceani, come dice lui: è il calore specifico dell'acqua. Due grandezze correlate ma ben diverse. Il calore specifico è la capacità termica per unità di massa. Sbagliare la capacità termica con il calore specifico è come sbagliare il peso per la densità. Gerrard8 non passerebbe l'esame di fisica neanche con la raccomandazione di Umberto Bossi.

E una temperatura media di 4°C (vicino ai 5,3°C teorizzati per un corpo nero alla stessa distanza dal sole),

Eh, no, non si può fare la fisica usando l'ascia bipenne come strumento principale. La terra riflette circa il 30% della luce solare che arriva; bisogna tenerne conto. Ne consegue che la temperatura di corpo nero della terra dovrebbe essere intorno a -18 °C e NON 5,3°C come dice Gerrard8.

questo vuol dire che ci vuole una quantità di energia immensa per aumentare la loro T di 1 K. La capacità termica dell’atmosfera invece è 1.01 KJ/(KgK) frutto di una media tra le capacità dei vari gas che la compongono, mentre quella della CO2 è di appena 0,84 KJ/(KgK) cioè l’anidride carbonica si scalda con meno energia rispetto a azoto ossigeno vapore e acqua, ma si raffredda anche prima.

Stesso errore di prima: confonde il calore specifico con la capacità termica. In più, ulteriore errore di scrivere "KJ" invece di "kJ" e "Kg" invece di "kg". E' un errore da dilettanti - come del resto Gerrard8 ci ha ampiamente convinto di essere. 

Lo 0,039% dell’atmosfera assorbe ed emette meno dei suoi cugini metano, vapore, azoto, solo l’argon è ancora più scrauso come assorbitore emettitore.

"Scrauso" deve essere inteso come "scarso,"  presumo, ma cosa vuol dire, esattamente? Vuol dire "meno buono" riguardo al CO2? Ma che significa "assorbe ed emette meno"? Si riferisce alle radiazioni o al calore? L'unica cosa certa è che la confusione regna sovrana.

Tuttavia aumentare la sua concentrazione (ad esempio a 700ppm) fa si che si che la capacità termica totale dell’atmosfera diminuisca perché per formarsi la CO2 deve sottrarre all’atmosfera dell’ossigeno nel ben noto processori combustione ( C + O2 + calore = CO2).

Ossignore..... quando si dice capire le cose al contrario. Ma Gerrard8 non ha il riscaldamento centrale a casa sua? O perlomeno un caminetto? Si accorgerebbe subito da che parte va il calore nella reazione fra carbonio e ossigeno. E uno che sbaglia a scrivere una reazione chimica elementare vorrebbe insegnarci la fisica dell'atmosfera?

Questa diminuzione della capacità termica f! a si che l’atmosfera richieda meno energia per riscaldarsi di più e che quindi ci sia un riscaldamento (infinitesimale perché è infinitesimale l’aumento della concentrazione)ma allo stesso tempo si raffredda prima.

Solo il buon Dio, che tutto capisce e tutto perdona, può seguire gli involuti processi mentali di Gerrard8. Comunque, proviamo a sdipanare la matassa. Sostanzialmente, lui vuol dire che se aumenta la concentrazione di CO2 nell'atmosfera, la capacità termica della stessa diminuisce. Per cui, sembrerebbe voler dire che è per questa ragione che c'è il riscaldamento globale e non per via dell'assorbimento dell'infrarosso. 

Ma questa è proprio una fesseria per tante ragioni. Fra queste, siccome il CO2 si genera per reazione con l'ossigeno, in prima approssimazione l'effetto è che a ogni nuova molecola di CO2 sostituisce una molecola di ossigeno. Ora, il calore specifico per molecola del CO2 è maggiore di quello dell'O2 (Gerrard8 ha preso i dati per unità di peso - altro errore clamoroso). Quindi, semmai la capacità termica dell'atmosfera dovrebbe aumentare leggermente e non diminuire. Non ne azzecca una, sembra che faccia apposta!


Il bilancio totale sarebbe comunque nullo, cioè ne riscaldamento ne raffreddamento.

E allora? Alla fine di tutto questo gran discorso (sbagliato), Gerrard8 arriva a concludere che non succede nulla. Viene voglia di commentare ringraziando l'organo sessuale maschile dei mammiferi.... 

In più la CO2 ha una conduttività termica leggermente inferiore a quella degli altri gas che compongono l’atmosfera, quindi un suo aumento causerebbe un aumento del gradiente termico verticale cioè più caldo nello strato atmosferico a contatto col suolo e più freddo ad alta quota dove la concentrazione diminuisce,

Con questo lungo paragrafo di un solo periodo, Gerrard8 sembra veramente Napoleone che incita all'attacco una vecchia guardia inesistente mentre sta nel giardino dell'ospedale psichiatrico. Ma cerchiamo di sdipanare la matassa che Gerrard8 è riuscito ad aggrovigliare così bene. Allora, è probabile che lui intendesse parlare di trasferimento di calore mediante convezione, che è tutta un'altra cosa che la "conduttività" che è un effetto debolissimo in questo caso. Ora, essendo il CO2 leggermente più pesante della media dei gas atmosferici, trasferisce il calore per convezione leggermente meno bene. Si potrebbe ipotizzare (forse) che Gerrard8 intendesse dire qualcosa del genere, ma siccome non ha capito nulla della fisica del trasferimento del calore il risultato è uno sproloquio senza senso. 

ma questo non influisce sulla temperatura media del globo perché come sappiamo l’energia è sempre la stessa.

E qui Gerrard8 si da clamorosamente la zappa sui piedi.  E' vero che la convezione non può trasferire calore dalla terra allo spazio esterno, perciò un suo cambiamento non spiega il riscaldamento atmosferico. Ne consegue che questo non può essere che di origine radiativa; come sappiamo bene che è. Queste cose sono spiegate con molta chiarezza, per esempio, qui.


Per aumentare la temperatura rimane un solo modo, aumentare l’attività solare.

Ottimo esempio del fatto che non basta urlare per aver ragione; per scritto non basta mettere una frase in grassetto. Per esempio: "E' perfettamente inutile mettere coperte di lana sul letto in inverno. Per aumentare la temperatura del vostro letto rimane un solo modo: aumentare la temperatura del termosifone."

L’unico modo per capirci qualcosa insomma non è attraverso i calcoli dell’IPCC che non tengono conto di tutto questo, perché partendo da concetti sbagliati si arriva inevitabilmente a risultati sbagliati, ma è attraverso l’esperimento, perciò ne linko qualcuno:
http://www.spinonthat.com/CO2_files/The_Diurnal_Bulge_and_the_Fallacies_of_the_Greenhouse_Effect.html  (a fine pagina)
http://www.globalwarmingskeptics.info/forums/printthread.php?tid=528

Dopo aver accumulato un'incredibile serie di fesserie, Gerrard8 si accorge anche lui che non ha dimostrato nulla. Così, ti rimanda a dei link dove si descrive un esperimento che dimostrerebbe che il CO2 non causa riscaldamento radiativo. Ma non si può dimostrare niente con due bottiglie di acqua minerale e due termometri, come ho spiegato in questo post - figuriamoci che tutta la fisica dell'atmosfera che conosciamo è sbagliata! E' un esperimento progettato male che dimostra soltanto una cosa: che certa gente crede solo agli esperimenti che danno ragione alle loro pseudo-teorie.



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Arrivati a questo punto, mi accuserete di aver infierito su una creatura indifesa e magari a qualcuno verrà voglia di chiamare la protezione degli animali. Capisco, ma non si può sempre stare zitti e scuotere la testa. Allora forse è meglio lasciar perdere le pacche sulle spalle e mettere in chiaro come stanno le cose. Come dicevo all'inizio, il riscaldamento globale è una cosa terribilmente seria e non è da scherzarci sopra e nemmeno da mettere nelle mani di incompetenti che si credono di essere Napoleone del clima.