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giovedì 21 aprile 2016

Nel frattempo, in Groenlandia......

Da “The Washington Post”. Traduzione di MR (via Skeptical Science)


Di Chris Mooney

In questa foto del 19 luglio 2011 si formano pozze di ghiaccio fuso sopra il ghiacciaio Jakobshavn, vicino al bordo della vasta calotta glaciale della Groenlandia. (AP Photo/Brennan Linsley)

Un nuovo studio scientifico pubblicato giovedì ha dato l'ennesima botta di cattive notizie sulla Groenlandia – la grande calotta glaciale settentrionale che contiene 6 metri di potenziale aumento del livello del mare. La calotta glaciale si sta “scurendo”, ovvero sta perdendo la sua capacità di riflettere sia la radiazione visibile sia quelle invisibile, man mano che fonde sempre di più, scopre la ricerca. Ciò significa che sta assorbendo maggiore energia solare, cosa che poi alimenta ulteriore fusione. “Lo chiamo cannibalismo di fusione. La fusione alimenta se stessa”, dice Marco Tedesco, l'autore principale dello studio, che è un ricercatore dell'Osservatorio Terrestre Lamont Doherty dell'Università della Columbia. La ricerca è stata pubblicata su The Cryosphere da Tedesco e cinque altri autori di università statunitensi e belghe. Gli scienziati hanno a lungo temuto che, per quanto riguarda la fusione della calotta glaciale della Groenlandia, ci sono numerose delle cosiddette “retroazioni positive”, o processi di auto amplificazione, che possono renderla peggiore.

giovedì 17 settembre 2015

5 trilioni di tonnellate di ghiaccio perse dal 2002

Da “slate”. Traduzione di MR (via Skeptical Science)

Di Phil Plait 

Scrivo del significato che ha il riscaldamento globale per il nostro pianeta e per noi ormai da molto tempo. Una preoccupazione cruciale riguardo a questo è la perdita di ghiaccio terrestre in Antartide e Groenlandia, per molte ragioni. Una è che è un indicatore dei poli, un'anticipazione di cosa significa alzare il termostato globale. Un'altra è che contribuisce all'aumento del livello del mare, che si sta alzando ormai da un bel po' di tempo. La la perdita di ghiaccio terrestre è forse più importante come innesco politico. La quantità totale di ghiaccio terrestre persa ogni anno è diretta, qui, ora. E i numeri sono impressionanti: usando i dati dei satelliti GRACE lanciati nel 2002, gli scienziati hanno misurato che la calotta glaciale dell'Antartide sta perdendo 134 miliardi di tonnellate all'anno e la Groenlandia ne sta perdendo 287.


domenica 26 luglio 2015

Grandi terremoti stanno scuotendo la Groenlandia e gli scienziati hanno appena scoperto l'inquietante motivo per cui succede

DaThe Washington Post”. Traduzione di MR (via Alexander Ač)



La superficie del ghiacciaio Helheim è incredibilmente irregolare ed ampia (Foto: Nick Selmes, Swansea University) 
Di Chris Mooney 


Se la Groenlandia se ne va, sta diventando evidente che non se ne andrà in silenzio. Gli scienziati hanno già documentato interi laghi di acqua di fusione che svaniscono nel giro di ore dalla superficie della grande calotta glaciale della Groenlandia, man mano che si aprono enormi crepacci sotto di loro. Ed ora gli scienziati hanno fatto luce sui meccanismi che stanno dietro ad un altro effetto geofisico drammatico portato dalla massa di ghiaccio, non di rado spessa chilometri, che sussulta e fonde: i terremoti. In un nuovo saggio sulla rivista Science, una squadra di ricercatori dell'Università di Swancity nel Regno Unito, l'Osservatorio Terrestre di Lamont-Doherty dell'Università della Columbia e diverse altre istituzioni, spiegano in che modo la perdita di ghiaccio della Groenlandia possa generare terremoti glaciali. In breve: quando grandi iceberg si staccano dalle estremità dei ghiacciai che si estendono in mare, cadono in acqua e spingono i ghiacciai stessi all'indietro. Il risultato è un evento sismico rilevabile sulla Terra.

giovedì 8 gennaio 2015

Groenlandia: il ghiaccio se ne sta andando più in fretta del previsto

DaScience Direct”. Traduzione di MR (h/t Bill Everett)

Un imponente studio fornisce il primo sguardo dettagliato su come sta svanendo il ghiaccio della Groenlandia



Questa visualizzazione della NASA mostra il cambiamento nell'elevazione della superficie della calotta galciale della Groenlandia fra il 2003 e il 2012. L'assottigliamento vicino alle regioni costiere viene mostrato in verde, blu e porpora. In aggiunta, i flussi blu/bianchi indicano la direzione e la velocità del movimento del ghiaccio. Nel nuovo studio, la geofisica dell'Università di Buffalo Beata Csatho e la sua squadra hanno scoperto aree di contrazione rapida nel sud-ovest della Groenlandia che gli attuali modelli climatici non affrontano e che suggeriscono che la calotta glaciale potrebbe perdere ghiaccio più rapidamente nel prossimo futuro di quanto si pensasse precedentemente.

La calotta glaciale della Groenlandia è il secondo corpo ghiacciato sulla Terra. Ricopre un'area di circa 5 volte lo Stato di New York e del Kansas messi insieme e se si fonde completamente, gli oceani potrebbero salire di 6 metri. Le comunità costiere dalla Florida al Bangladesh subirebbero dei danni estesi. Ora, un nuovo studio sta rivelando quanto poco capiamo questo colosso nordico. Condotto dal fisico Beata Csatho, dottorato di ricerca, una professoressa associata all'Università di Buffalo, la ricerca fornisce ciò che gli autori pensano che sia il primo quadro generale di come il ghiaccio della Groenlandia sta svanendo. Lo studio suggerisce che gli attuali studi della calotta glaciale fatti coi modelli sono troppo semplicistici per prevedere con precisione i contributi futuri di tutta la calotta glaciale della Groenlandia all'aumento del livello del mare e che la Groenlandia possa perdere ghiaccio più rapidamente nel prossimo futuro di quanto si pensasse precedentemente. “La grande importanza dei nostri dati è che, per la prima volta, abbiamo un quadro generale di come sono cambiati i ghiacciai della Groenlandia nell'ultimo decennio”, dice la Csatho. “Queste informazioni sono cruciali per sviluppare e validare modelli numerici che prevedono come potrebbe cambiare la calotta glaciale e contribuire al livello globale del mare nei prossimi secoli”, dice Cornelis J. van der Veen, dottorato di ricerca e professore al Dipartimento di Geografia dell'Università del Kansas, che ha svolto un ruolo chiave nell'interpretazione dei cambiamenti dei ghiacci.

Il progetto è stato un'impresa imponente, usando dati satellitari ed atmosferici del ICESat della navicella spaziale della NASA e della campagna sul campo Operation IceBridge, per ricostruire com'è cambiata l'altezza della calotta glaciale della Groenlandia in circa 100.000 postazioni dal 1993 al 2012. La perdita di ghiaccio ha luogo in modo complesso, con la calotta glaciale con la calotta glaciale che fonde e perde ghiaccio nell'oceano. Lo studio ha fatto due grandi scoperte:


  • Primo, gli scienziati sono stati in grado di fornire nuove stime dalla perdita annuale di ghiaccio con una risoluzione spaziale molto alta
  • Secondo, la ricerca ha rivelato che gli attuali modelli non colgono con precisione quanto stia cambiando l'intera calotta glaciale della Groenlandia e quanto contribuisca all'aumento degli oceani. 


Il secondo punto è cruciale per chi fa modelli sul cambiamento climatico. Le simulazioni odierne usano l'attività di 4 ghiacciai ben studiati - Jakobshavn, Helheim, Kangerlussuaq e Petermann – per prevedere come l'intera calotta glaciale scaricherà ghiaccio negli oceani. Ma la nuova ricerca mostra che l'attività in questi quattro punti potrebbe non essere rappresentativa di quello che sta succedendo ai ghiacciai in tutta la calotta glaciale. Infatti, i ghiacciai subiscono schemi di assottigliamento e di ispessimento che le attuali simulazioni di cambiamento climatico mancano di affrontare, dice la Csatho. “Ci sono 242 ghiacciai in uscita più larghi di 1,5 km sulla calotta glaciale della Groenlandia e ciò che vediamo è che il loro comportamento è complesso nello spazio e nel tempo”, dice la Csatho. “Il clima locale e le condizioni geologiche, l'idrologia locale – tutti sono fattori che hanno un effetto. Gli attuali modelli non affrontano questa complessità”. La squadra ha identificato aree di rapida contrazione nel sudest della Groenlandia che i modelli di oggi non riconoscono. Ciò porta la Csatho a credere che la calotta glaciale potrebbe perdere ghiaccio più rapidamente in futuro di quanto le simulazioni di oggi suggerirebbero. I risultati saranno pubblicati il 15 dicembre negli Atti dell'Accademia Nazionale delle Scienze.

Quanto ghiaccio sta perdendo la calotta glaciale della Groenlandia?

Per analizzare come stia cambiando l'altezza della calotta glaciale, la Csatho e professore, ricercatore e fotogrammetrista dell'Università di Buffalo, Anton Schenk, dottorato di ricerca, ha sviluppato una tecnica computerizzata chiamata Ricostruzione dell'Elevazione della Superficie e Rilevamento del Cambiamento per fondere insieme i dati satellitari della NASA e quelli delle missioni sul posto. L'analisi ha scoperto che la calotta glaciale della Groenlandia ha perso circa 243 gigatonnellate di ghiaccio all'anno – equivalenti a circa 277 km cubici di ghiaccio all'anno – dal 2003 al 2009, il periodo per il quale la squadra ha avuto i dati più completi. Si stima che questa perdita abbia aggiunto circa 0,68 mm d'acqua agli oceani ogni anno. Le cifre sono medie e la perdita di ghiaccio è variata di anno in anno e di regione in regione.

Perché le proiezioni odierne dell'aumento del livello del mare sono sbagliate e come possiamo correggerle?

I ghiacciai non perdono semplicemente gradualmente massa quando la temperatura aumenta. Questa è una delle ragioni per cui è difficile prevedere la loro risposta al riscaldamento globale. Nello studio, gli scienziati hanno scoperto che alcuni dei ghiacciai della Groenlandia si sono ispessiti anche quando la temperatura è aumentata. Altri hanno mostrato un assottigliamento accelerato. Alcuni hanno mostrato sia assottigliamento sia ispessimento, con inversioni improvvise. Come passo per costruire modelli migliori dell'aumento del livello del mare, la squadra di ricerca ha diviso i 242 ghiacciai della Groenlandia in 7 grandi gruppi sulla base del loro comportamento dal 2003 al 2009. “Capire i raggruppamenti ci aiuterà a scegliere esempi di ghiacciai che rappresentano il complesso”, dice la Csatho. “Possiamo poi usare i dati di questi ghiacciai rappresentativi nei modelli per fornire un quadro più completo di cosa stia accadendo”. In Un nuovo progetto, lei ed i suoi colleghi stanno investigando perché ghiacciai diversi rispondono diversamente al riscaldamento. I fattori potrebbero comprendere la temperatura dell'oceano circostante, il livello di frizione fra un ghiacciaio e la roccia sottostante, la quantità di acqua al di sotto di un ghiacciaio e la geometria del fiordo. “La fisica di questi processi non è ben compresa”, dice la Csatho.

Le missioni della NASA: un'impresa colossale

Lo studio ha unito dati di varie missioni della NASA, comprese:


  • ICESat della (Satellite per lo studio dell'elevazione di ghiaccio, nuvole e terra), che ha misurato l'elevazione della calotta glaciale diverse volte all'anno in ognuna delle 100.000 postazioni dal 2003 al 2009
  • La colossale indagine aere dalla NASA che impiega aerei di ricerca altamente specializzati per raccogliere dati ad intervalli meno frequenti di quelli di ICESat. Queste missioni sono cominciate misurando l'elevazione della calotta glaciale della Groenlandia nel 1993. Operation IceBridge è stata avviata nel 2009 per collegare la tempistica fra ICESat-1 ed ICESat-2 e continuerà perlomeno fino al 2017, quando si pensa che i satelliti ICESat-2 di prossima generazione diventino operativi. La Csatho dice che il nuovo studio mostra perché un monitoraggio attento sia cruciale: data la natura complessa del comportamento dei ghiacciai, dei buoni dati sono cruciali per costruire modelli migliori.


Collaboratori

Oltre a Csatho, Schenk e van der Veen, il progetto ha incluso ricercatori aggiunti dall'Università di Buffalo, da quella di Utrecht in Olanda, dall'Università Tecnica della Danimarca e dall'Università atlantica della Florida.

Fonti della storia

La storia sopra è basata su materiali forniti dall'Università di Buffalo. L'articolo originale è stato scritto da Charlotte Hsu. Nota: i materiali potrebbero essere modificati in contenuto e lunghezza.

Riferimento della rivista


  1. Beata M. Csatho, Anton F. Schenk, Cornelis J. van der Veen, Gregory Babonis, Kyle Duncan, Soroush Rezvanbehbahani, Michiel R. van den Broeke, Sebastian B. Simonsen, Sudhagar Nagarajan, E Jan H. van Angelen. L'altimetria laser rivela schemi complessi delle dinamiche della calotta glaciale della Groenlandia. PNAS, 15 dicembre 2014 DOI: 10.1073/pnas.1411680112 

martedì 11 gennaio 2011

Imbrogli, imbrogli, e ancora imbrogli: ne inventano sempre di nuovi.


Figura da Don Easterbrook su "What's up with that" da un articolo intitolato "2010-where does it fit in the warmest year list" Per il momento, questo grafico non è ancora apparso sui siti anti-scienza italiani, per cui mi pregio di anticiparli. Su questo grafico, sicuramente avranno di che auto-convincersi dell'imminente prossima era glaciale. Si divertono così, contenti loro....


Una cosa che va detta a proposito dei "diversamente esperti" della scienza del clima è che sono estremamente attivi a riciclare bugie e anche a inventarsene sempre di nuove.

L'ultima della lunghissima serie arriva da Don Easterbrook, che la pubblica su "WUWT" In sostanza, anche i paleo-anti-allarmisti si sono accorti che il fatto che record di caldo del 2010 deve ben voler dire qualcosa e che smentisce in pieno la bugia che hanno raccontato che "non c'è stato riscaldamento dal 1998 a oggi". Allora, devono correre ai ripari inventandosi qualche altra cosa.

Così, ci prova Don Easterbrook, professore emerito di geologia, che però non sa niente di clima e questo suo articolo lo prova in pieno. Come vedete dalla figura all'inizio del post, Easterbrook cerca di dimostrare che le variazioni climatiche del passato sono state molto più ampie - e più verso il caldo - di qualsiasi cosa stiamo vedendo oggi. E' sbagliato da cima a fondo per tanti motivi, come spiegano bene sia Michael Tobis come Gareth.

L'imbroglio fondamentale di Easterbrook è quello di prendere i dati da una singola stazione di misura, quella del GISP2 della Groenlandia centrale, e di presentarcelo come se fosse l'unica e vera ricostruzione del clima dei passati 5000 anni. In realtà, sappiamo benissimo che il riscaldamento globale varia molto in funzione della latitudine, per cui prendere dei dati così a Nord vuol dire amplificare di molto l'effetto che - se mediato globalmente - sarebbe molto minore.

Il secondo imbroglio (forse un errore, ma più probabilmente voluto) di Easterbrook è correlato al primo. Ovvero lo "zero" della scala dei dati, che lui prende come l'anno 2000, è invece è il 1950. I dati dalla carota di ghiaccio presentati da Easterbrook, in effetti, partono addirittura dal 1855!! Quelli posteriori sono da altre sorgenti.

Allora, sommando queste due distorsioni fondamentali, si ottiene il grafico di cui sopra dove sembra veramente che il riscaldamento globale del passato sia stato enormemente superiore a quello di adesso. Bello vero? Un vero gioco di prestigio.

E invece le cose non stanno per niente così, come fa vedere Gareth in un altro grafico dove i dati del GISP2 usati da Easterbrook sono calibrati con dati di temperatura recenti presi in una zona vicina (questa calibrazione appare come un "offset" nel grafico). Vedete allora come cambiano le cose quando si fanno vedere i dati in modo onesto. Fate caso alle crocette blu a destra in alto: vedete come la temperatura media del 2009 - nella stessa area geografica - sia stata superiore a qualsiasi temperatura media misurata nei passati 10.000 anni!!






Alla fine dei conti, in ogni caso, si sa bene - e non c'era bisogno di Easterbrook per dircelo con tanta fanfara - che si possono sempre trovare dei periodi nel remoto passato in cui la temperatura terrestre è stata più alta di oggi. Al limite, si arriva al Cambriano, quando era diversi gradi più alta, 500 milioni di anni fa. Ma il Cambriano era anche il tempo in cui vivevano i trilobiti, non gli esseri umani. E comunque questo ci dice ben poco sulla situazione attuale, dove vediamo la temperatura in crescita molto rapida senza sapere bene dove andremo a fermarci.

A furia di superare un record di temperatura dopo l'altro, anche certe teste dure dovranno rendersi conto che siamo nei guai. Ma gli ci vuole tempo, proprio perché sono teste dure - e anche, spesso, teste dure intellettualmente disoneste.

Adesso aspettiamo che il grafico menzognero di Easterbrook sia ripreso e glorificato dai soliti blog anti-realtà in Italia. Intanto, stavolta li ho preceduti.


(ringrazio Marisa Cohen per la segnalazione di questa storia)

giovedì 16 dicembre 2010

E meno male che doveva arrivare l'era glaciale......


Immagine di John Wahr, via "Climate Change" E' il record assoluto di decrescita dei ghiacci in Groenlandia, circa due teratonnellate (duemila miliardi di tonnellate) in meno dal 2001.

mercoledì 24 marzo 2010

L'era glaciale decisamente tarda a venire


La perdita di massa dei ghiacciai della Groenlandia è evidentissima e più rapida di qualsiasi previsione. Secondo i dati riportati su Climate Progress, il collasso totale dello strato di ghiaccio potrebbe avvenire già con poco più di 400 parti per milione di CO2 (siamo a 390, circa). Sui risultati di un evento del genere, è meglio non dire niente e forse non è il caso nemmeno di pensare a cosa potrebbe succedere. Limitiamoci a dire che quelli che credono che stiamo andando verso un raffreddamento globale faranno bene a prendersela con molta, molta calma.